Truffa alla Rurale, tre condanne
In appello ridotta la pena ai tre campani accusati di falsificazione di documenti
TRENTO. “Ladri di identità” avevano incassato assegni circolari, che erano stati rubati, alla Cassa rurale di Trento. Pena ridotta, ieri in appello, per i tre campani responsabili della truffa ai danni della banca: sono stati condannati a 2 anni e 8 mesi. L’accusa: ricettazione, truffa e falsificazione di documenti. In primo grado, nel 2016, era stata comminata loro una pena di 3 anni, in appello è caduto il vincolo associativo che era stato attribuito in primo grado. Un quarto truffatore, invece, in primo grado aveva patteggiato.
Condannati dunque a 2 anni e 8 mesi Giovanni Profita, allora ventinovenne, di Aversa; Arturo Tangredi, allora 36 enne anche lui di Aversa ( entrambi difesi dall’avvocato Valentina Tomio), Maddalena Maisto, 25 anni nel 2016 di Giuliano in Campania. In primo grado Manuel Di Mare, allora 22 enne di Aversa, aveva patteggiato 1 anno e 11 mesi di reclusione.
I quattro sono stati ritenuti responsabili di truffa ai danni della Cassa Rurale di Trento, i fatti avvenuti nel 2015. Ad accorgersi che qualcosa non quadrava, in quei depositi e successivi prelievi era stato lo stesso istituto. Le indagini, condotte dalla Mobile di Trento e coordinate dalla Procura, avevano scoperto che i 4 campani acquisivano assegni circolari da terzi. I quattro, dopo essere entrati in possesso dei titoli, erano passati all’incasso alla Cassa Rurale di Trento.