il fenomeno

Troppi ratti, allarme in città: 453 esche

L’assessore Zeni: «Segnalazioni in aumento a Trento, ma non solo». Tutta colpa della scorretta gestione dei rifiuti



TRENTO. Non sarà proprio un “festival delle pantegane”, come l’aveva definito il consigliere provinciale Claudio Cia in una sua interrogazione, ma l’assessore Luca Zeni deve ammettere che il problema c’è: «Negli ultimi mesi si è potuto constatare un diffuso aumento delle segnalazioni riguardanti il profilerare di ratti e questo non solo nella città di Trento» scrive Zeni in risposta al consigliere Cia. E risulta che nella sola città di Trento nello scorso luglio sono stati piazzati 453 erogatori di esche per lo più su richiesta del servizio ambiente del Comune (251), del servizio parchi e giardini (91) e dalle strutture dell’azienda sanitaria che si occupano di igiene pubblica (52). Senza contare gli interventi effettuati da ditte specializzate o direttamente dai privati.

Colpa della raccolta dei rifiuti porta a porta, con i sacchetti che restano (magari per più giorni) sui marciapiedi e nei cortili? Sì. Ma l’assessore punta il dito anche sulle persone che distribuiscono (naturalmente in buona fede) cibo agli uccelli e alle anatre. Ecco la sua risposta: «I ratti sovente nidificano in prossimità dei punti di raccolta dei rifiuti urbani dove trovano un habitat favorevole per la loro riproduzione. Questo anche grazie a bidoni danneggiati, sottofondi non dieali, presenza di rogge, fosse, depositi e composter mal gestiti sulle aree private». Secondo Zeni la colpa è anche della modalità di conferimento dei rifiuti “non corrette” che fanno sì che ci siano grandi quantità di cibo a disposizione dei ratti, ma anche dei piccioni e di altri animali.

Che fare? «Alcuni aspetti della raccolta dei rifiuti potrebbero essere rivisti, per esempio aumentare le raccolte dell’organico diminuendo i tempi di raccolta» dice ancora Zeni. «Ma occorre ricordare che il comportamento corretto e la collaborazione degli utenti è la premessa per ottenere risultati migliori».

L’assessore ricorda inoltre che negli ultimi anni sono state adottate strategie rispettose dell’ambiente (e delle persone che ci vicono) contro i ratti. Ma questo ha un rovescio della medaglia: «I prodotti utilizzati hanno una letalità minore e che così i risultati si ottengono solo se c’è una gestione corretta dei rifiuti e quindi se la posa delle esche non viene vanificata dall’eccesso di cibo disponibile per i topi».

L’assessore infine annuncia l’arrivo di un sistema informativo territoriale che servirà per realizzare una mappa dei distributori di esche, con la possibilità di realizzare monitoraggi e avere maggiori informaizoni sul fenomeno.

Unica notizia positiva, il fatto che gli ospedali trentini non abbiano registrato finora richieste di aiuto per morsi da ratto.













Scuola & Ricerca

In primo piano