«Troppi errori, andando divisi si perde»
Il centrosinistra fa i conti con la batosta. Il Pd: «Non colto il bisogno di cambiamento». L’Upt: «Il Pd ha votato l’avversario»
TRENTO. I partiti del centrosinistra autonomista che governano la Provincia si sono risvegliati ieri con la dura batosta del voto di Pergine. Coalizione naufragata, nella terza città del Trentino. «Un risultato non inatteso - ammette il presidente del Pd Roberto Pinter - una sonora lezione sia a chi pensa di poter fare da solo sia a chi si limita a riproporre schemi consolidati. Non siamo riusciti ad azzerare tutto, bisognava cogliere il bisogno di cambiamento, ripartire da una base diversa invece di ribadire ciascuno la propria appartenenza. C’è stato un errore di impostazione e uno di conclusione, di chi non ha voluto l’apparentamento con il Pd. Ora c’è solo da sperare che non si vada avanti per due anni con ripicche e vendette». «La divisione non paga», dice il segretario Michele Nicoletti, «a Pergine c’era una voglia di rinnovamento molto forte. Noi abbiamo cercato nella prima fase l’unità della coalizione e anche dopo il primo turno abbiamo proposto un apparentamento che purtroppo ci è stato negato. A quel punto le persone seguono anche logiche locali, avranno giudicato in coscienza la proposta che ritenevano migliore». Secca la risposta a distanza del segretario Upt Flavia Fontana: «Quando si è visto che non c’erano le condizioni per un apparentamento, abbiamo comunque tentato di tutto per arrivare almeno ad un appoggio esterno del Pd. Non accetto che un partito alleato abbia detto ai propri elettori di votare per il candidato avversario della coalizione». «A Pergine c’era la necessità di continuare un percorso del centrosinistra autonomista, per questo avevamo chiesto di avere il nostro candidato sindaco». Il cambiamento? «Cambiamento non vuol dire rivoluzionare tutto e Osler era in grado di rappresentare il cambiamento. Dispiace che questo non sia stato capito. Si è messo in secondo piano il bene della città. Oggi abbiamo avuto la prova che divisi si perde». Per il segretario del Patt Franco Panizza «sono prevalse logiche locali, si partiva da una situazione degenerata della maggioranza, c’era bisogno di costruire una proposta nuova con un nome nuovo, ma gli altri non hanno accettato e l’abbiamo pagata tutti». «È stata premiata la voglia di cambiamento, ora bisognerà lavorare perché nei prossimi due anni si costruisca un progetto alternativo, noi faremo un’opposizione costruttiva». Per il deputato del Patt Mauro Ottobre «a Pergine la politica è venuta meno rispetto ai personalismi, se non a vere e proprie faide personali. Chi determina questa polverizzazione di proposte non può essere rappresentatodai simboli del Pd o del Patt., è un ombrello che non va concesso a chi recita a soggetto che deve farsi accompagnare dal logo di una lista civica non riconducibile alla linea di quei partiti che lui stesso non intende osservare e rispettare». Per i Verdi con Aldo Pompermaier «si è realizzato un suicidio collettivo partito ancora all’inizio delle trattative con i partiti che non sono riusciti a convergere su un candidato condiviso».