Tribunale, tagliate le 4 sedi distaccate

Il governo cancella Borgo, Tione, Cavalese e Cles: tutti i fascicoli a Trento. In regione saltano 27 dei 33 uffici esistenti


di Luca Marognoli


TRENTO. Graziato il tribunale di Rovereto, “condannate” le sedi distaccate di Borgo, Tione, Cavalese e Cles. Lo ha sentenziato ieri il consiglio dei ministri, tagliando 27 dei 33 uffici giudiziari presenti in regione. Il provvedimento ha infatti cancellato con un colpo di spugna le quattro sedi distaccate altoatesine e 19 dei 22 uffici dei giudici di pace: uno a Rovereto - Riva, 9 a Trento e altrettanti a Bolzano.

Insorge il coordinamento avvocati delle sezioni distaccate del tribunale di Trento, guidato dal legale di Tione ed ex deputato Luigi Olivieri: «Il governo ha fatto scempio anche delle decisioni delle commissioni giustizia di Camera e Senato», sbotta. «Solo 8 giorni fa queste avevano affermato nel loro parere che nelle zone di montagna dovevano essere mantenute le sezioni distaccate ritenute da salvaguardare dai consigli giudiziari, composti per cinque sesti da magistrati». Ora tutta la pressione del sistema giudiziario si concentrerà sul capoluogo: «Il decreto approvato in maniera definitiva prescinde completamente dal pronunciamento del Parlamento - attacca Olivieri - dimostrando una arroganza e supponenza del governo non giustificate perché gli obiettivi della legge deroga erano l’efficienza e il risparmio di spesa. Qui non si ottengono né una né l'altra. Per di più, in Trentino, non si è tenuta in considerazione la problematica relativa al Libro fondiario: i decreti tavolari pronunciati dalle quattro sedi distaccate l’anno scorso sono stati 20 mila, ora tutto sarà centralizzato. In alcuni comuni le persone impiegheranno più di tre ore solo per arrivare con i mezzi pubblici a Trento e i costi per loro quadruplicheranno».

Da 33 uffici a 6 in regione: «Se questi non sono tagli lineari e macelleria giudiziaria - si rabbuia il legale - mi dicano cosa sono...». La ratio addotta dal governo suscita il sarcasmo di Olivieri: «Tutto perché secondo l'illuminata Severino ci sono gli sportelli informatici: mi chiedo se viva su Marte o sulla Luna. Abbiamo problemi con il fax e ogni anno tagliano risorse. Intanto hanno portato il contributo unificato per intraprendere una causa a mille euro per cittadino e hanno introdotto l'obbligo della mediazione, che si sta dimostrando un'ulteriore gabella: non te la cavi con meno di 800 euro. Probabilmente vogliono far diventare le cause un servizio di classe: le meno abbienti non avranno le risorse per ottenere giustizia. La nostra non è certo una battaglia corporativa - dovremo solo articolare gli studi in modo diverso- ma a difesa dei cittadini».

Un provvedimento legislativo «scellerato» per il coordinatore degli avvocati delle valli, che ora spera solo nelle elezioni: «La normativa avrà efficacia fra 18 mesi. Auspichiamo che nel frattempo arrivi un governo politico».

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