Tribel, il calzolaio della casa di riposo
Iginio Vinciguerra vive alla "Santo Spirito" di Pergine e lì continua a lavorare
PERGINE. Maestro artigiano della scarpa per oltre 50 anni, da tempo in pensione e da qualche anno ospite della casa di riposo Santo Spirito di via Pive, Iginio Vinciguerra di Viarago, ben più conosciuto però con il soprannome di "Tribel", ha "aperto" la sua nuova calzoleria. Dove? Proprio in una saletta della casa di riposo.
Andando in pensione, ha conservato tutti gli attrezzi del mestiere, compreso il "bischetto" o "deschetto" come si chiama in italiano il piccolo tavolino quadrato a 4 piedi sul quale lavora, dove ci sono tutti gli utensili del mestiere. Vista la presenza dell'attrezzatura, comprendente anche la speciale e robusta macchina da cucire Singer per pellami e una fresa e spazzolatrice elettrica, il presidente Marco Casagrande e il direttore Giovanni Bertoldi hanno voluto esaudire il desiderio espresso dall'ospite, oggi ottantunenne, di ricreare la sua calzoleria, individuata al piano terra della casa dove c'erano le cucine.
Cosi l'altro giorno si è svolta una specie di inaugurazione, dove Tribel, con il classico grembiule da lavoro, ha preparato il deschetto con tutti gli attrezzi, dai trincetti per tagliare alle lesine, allo spago per cucire, alla speciale incudine di ferro per appoggiare le scarpe da lavorare, mettendosi al lavoro su un paio di stivali. Sul deschetto c'erano perfino pezzi di cuoio da 5-6 millimetri che si usavano un tempo per le suole. «Oggi sono ridotte al massimo a 2-3 millimetri», sottolinea. Orgoglioso di poter mostrare dopo tanti anni gli attrezzi del suo lavoro in un ambiente dedicato, Iginio ha raccontato la sua storia di artigiano, che lo ha visto lavorare dall'inizio degli anni 1950 in varie calzolerie di Pergine.
«Ho iniziato non ancora ventenne nella calzoleria di Luigi Bortolotti nella casa sul Marcadel, dove ho imparato a fare le scarpe, calzature che si facevano su misura o che si costruivano per venderle. Noi fornivamo il negozio di Carlo Fruet. Poi ho lavorato anche per Riccardo Ambrosi e nella calzoleria di Renzo Zanella, passando con Aldo Paoli, ultimamente in via Crivelli, dove ho lavorato per vari anni, concludendo l'attività nel 1991 per raggiunti limiti di età e la meritata pensione».