Trento, rivoluzione nelle scuoleA settembre scatta la riforma

La tanto discussa riforma Dalmaso prenderà corpo al rientro in classe. Tra le novità i nuovi indirizzi, il tedesco obbligatorio nel biennio delle superiori e la storia trentina



TRENTO. Mancano 46 giorni all’inizio del prossimo anno scolastico. Un mese e mezzo di relax per gli studenti, ma di lavoro per il mondo della scuola trentina. La campanella che suonerà il 9 settembre, infatti, segnerà l’inizio di una rivoluzione. La tanto discussa riforma Dalmaso prenderà corpo. Vediamo, in 5 punti, cosa cambia per chi tornerà in classe.
Istituti professionali. È la novità che è stata più criticata da docenti e studenti. La Provincia, infatti, ha cancellato gli istituti professionali per puntare su un sistema articolato su “tre gambe”: licei, istituti tecnici e formazione professionale. In questo modo gli istituti professionali di Stato (per fare un esempio, il Battisti di Trento) confluiranno gradualmente nei tecnici. C’è però un’eccezione: sarà mantenuto un percorso di istruzione professionale nel settore dei servizi socio sanitari al Don Milani di Rovereto.
Nuovi indirizzi. Per i licei ci saranno 6 indirizzi: classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane, artistico e coreutico-musicale. All’interno dello scientifico ci sarà la nuova opzione delle “scienze applicate”, che prende di fatto il posto del liceo tecnologico, soppresso negli istituti tecnici. Per quanto riguarda i tecnici, il nuovo ordinamento si articola in 2 settori (economico e tecnologico) e in 11 indirizzi. Rispetto al quadro attuale l’offerta formativa avrà nuovi percorsi (turismo, trasporti e logistica) e punterà su una maggiore sinergia tra scuola, ricerca e lavoro.
Tedesco e storia trentina. La giunta punta sull’insegnamento delle lingue straniere. Oltre all’inglese, è stata inserita l’ obbligatorietà del tedesco nel biennio. Dopo veementi proteste, laddove ci sono esperienze consolidate di altre lingue (francese e spagnolo) potranno essere portate avanti. La Provincia punta anche sulla storia trentina. Sono aumentate le ore di storia proprio per poter dare spazio ad argomenti “local” all’interno del programma.
Biennio comune. Il nuovo sistema trentino della scuola superiore sarà impostato sul modello di due bienni più un quinto anno rivolto alla scelta dell’università o del lavoro. Il primo biennio (detto “biennio comune”) avrà una forte valenza orientativa con 20-26 ore settimanali di materie comuni ed altre più caratterizzanti. Il monte ore annuale medio è di 930 ore per i licei e 990 per i tecnici, con i quadri orari settimanali che variano dalle 32 ore per i licei alle 38 per gli artistici, passando per le 35 dell’istruzione tecnica. Sono previste anche 2 ore settimanali “jolly” che ogni istituto potrà gestire a piacimento. Per quanto riguarda i laboratori, nei tecnici sono previste 12 unità di lezione in compresenza nel biennio e 28 nel triennio.
Lezioni da 50 minuti. Il modello è basato sulle lezioni di 50 minuti. La giunta ha preso questa decisione per avere un «tempo scuola meno gravoso sugli studenti». Una scelta che però ha spaccato i docenti. Quasi tutti i collegi, infatti, avevano votato per le lezioni di 60 minuti. Nel complesso circa 1.600 insegnanti su 2.000. Questo verdetto è stato poi sovvertito dai consigli d’istituto, scaturendo non poche polemiche. In sostanza: in tutti gli istituti superiori (Pozzo escluso) ci saranno ore di 50 minuti. Nonostante la contrarietà dei docenti e le perplessità dei sindacati.

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