Trento, rinnovato l'accordo al S. CamilloConvenzione di 3 anni con l'ospedale
Dopo quattordici mesi di proroga, il San Camillo ha ottenuto l’accreditamento istituzionale che conferma la possibilità di lavorare in convenzione con la Provincia. Ma è un accordo a metà quello appena sancito da una determinazione dirigenziale
TRENTO. Dopo quattordici mesi di proroga, il San Camillo ha ottenuto l’accreditamento istituzionale che conferma la possibilità di lavorare in convenzione con la Provincia. Ma è un accordo a metà quello appena sancito da una determinazione dirigenziale.
Perché rimangono aperte ancora le partite più importanti: quella dell’aumento di servizi in convenzione che dovrebbe fornire l’ospedale privato e quella degli arretrati da pagare ai dipendenti. E’ prevista, dunque, un’integrazione della nuova convenzione, sempre che venga raggiunto l’accordo. La cosa non è proprio scontata. Il braccio di ferro con la Provincia sta andando avanti da tempo e anche per questo è stato necessario stabilire tre proroghe alla convenzione che era scaduta l’anno scorso a giugno. Ai primi sei mesi ne sono succeduti altri sei, e infine ancora due. Disagi sui pazienti, dunque, non ce ne sono stati, ma è chiaro che una definizione più puntuale del rapporto tra l’ospedale privato e l’Azienda sanitaria è assolutamente necessaria anche per far rientrare il San Camillo nella nuova filosofia di rete impostata con la nuova legge dell’assessore Rossi. Il quale prevede una sanità trentina integrata, puntando sull’efficienza e sull’esclusione di doppioni inutili che non farebbero altro che appesantire la “macchina”.
Per il momento si è proceduto dunque alla riconferma, di fatto, dell’accordo già in essere. Tutto quello che si faceva prima in convenzione si continuerà a farlo ancora per i prossimi tre anni. Mancherà solamente l’attività ambulatoriale che era stata chiusa alcuni mesi fa, portando al licenziamento anche di tre addetti. Confermata dunque la funzione ambulatoriale, quella ospedaliera e quella residenziale. Confermati pure i 115 posti letto in regime ordinario e i 10 posti in regime diurno. Rimangono anche i 25 posti letto della residenza sanitaria.
«E’ una convenzione monca - conferma Marco Endrizzi che, con Gianna Colle, segue il settore sanità per la Cgil - in quanto manca effettivamente la polpa dell’accordo. E soprattutto manca la definzione del contenzioso sui dipendenti. Ciascuno di loro sta aspettando 12 mila euro di arretrati secondo gli accordi del 2002 e la chiusura di questa partita è legata anche sul completamento della convenzione che dovrebbe portare nuove competenze al San Camillo, soprattutto in ambito ambulatoriale e ortopedico dove il vantaggio economico è maggiore».
L’intenzione già espressa dall’assessore Rossi è proprio questa: affidare nuove competenze in convenzione al S.Camillo che possa avere così margini più ampi per liquidare le competenze dei dipendenti e garantire la compatibilità col nuovo sistema sanitario che in Trentino sta prendendo forma.
«Stiamo aspettando a breve - continua Endrizzi - un incontro con l’assessore Rossi proprio per definire questo aspetto, non certo secondario. E’ chiaro che l’integrazione della convenzione deve dipendere dall’impegno dell’azienda a sanare il contenzioso con i dipendenti».
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