Trento, rette ridotte negli asili nidoper i bimbi che si ammalano
Asili nido, via libera alla riduzione delle rette per chi è ammalato: 33% di sconto per ogni giorno di assenza, 66% con il certificato del pediatra. La giunta ha recepito l’ordine del giorno del centrodestra collegato al bilancio approvato a dicembre tra le polemiche
TRENTO. Asili nido, via libera alla riduzione delle rette per chi è ammalato: 33% di sconto per ogni giorno di assenza, 66% con il certificato del pediatra. La giunta ha recepito l’ordine del giorno del centrodestra collegato al bilancio approvato a dicembre tra le polemiche. E l’assessore Castelli ribadisce: «Resto contrario. Con le stesse risorse potevamo creare nuovi posti nei nidi».
La novità costerà oltre 200 mila euro alle casse comunali, il doppio della spesa per le malattie del 2008. Fino a oggi la riduzione è stata del 15% per le assenze non certificate, del 50% dall’8º giorno con certificato del medico e del 66% dal 21º giorno in avanti.
Troppo poco secondo il centrodestra: la battaglia sulle tariffe in malattia era stata il cavallo di battaglia di Marco Sembenotti (oggi in consiglio provinciale) e a dicembre il voto sul bilancio si sbloccò proprio con l’accordo in extremis sugli asili nido.
Da settembre, con il nuovo anno, le riduzioni saranno molto più alte: per ogni assenza generica (non giustificata dal pediatra) lo sconto sulla retta giornaliera sarà del 33,33%; dal primo giorno di malattia salirà al 66,66% e in caso di assenza per ricovero (certificato) al 100%. Un provvedimento che l’assessore all’istruzione Paolo Castelli ha dovuto accettare ob torto collo: «Ero e resto politicamente contrario. L’intervento della Provincia ha già consentito di abbattere le rette (oggi la massima è di 350 euro al mese), con questo intervento privilegiamo chi già ha il posto al nido, mentre con le stesse risorse avremmo potuto estendere il servizio. Dovremmo prima pensare al 22% di domande che oggi non trova risposta».
Non solo. L’assessore spiega che «la franchigia aveva lo scopo di non far rientrare nel bonus le malattie più frequenti dei bambini, quelle che si risolvono nel giro di una settimana. Ora invece avremo la corsa al certificato medico, con un rischio di ambulatori ingolfati, ed è questo che preoccupa i pediatri». Dal momento che il certificato è escluso dalle prestazioni che l’Azienda sanitaria ha contrattato con i medici di base, esso va retribuito. Un costo dai 20 ai 30 euro, a tutto vantaggio dei pediatri. «La nostra richiesta alla categoria - spiega Castelli - è stata di abbassare e omogeneizzare il più possibile le tariffe per andare incontro alle famiglie. Ma non abbiamo nessun potere di intervento».
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