Trento: Mozart, richiamo ai melomani
Venerdì e domenica «Il ratto del serraglio» in scena al teatro Sociale
TRENTO. E' l'ora dei melomani. E' l'ora della lirica che, dopo l'anteprima odierna rivolta agli studenti, venerdì e domenica porterà al Sociale il Mozart che tradusse le sue turbe sentimentali in un originale, (per l'epoca) matrimonio tra canto e recitazione. L'opera è "Die Entführung aus dem Serail", (Il ratto del serraglio). Uno Singspiel, per farla breve, (anche se la lirica non ha mai il dono della sintesi oraria), un teatro cantato che si promette intenso.
Si tratta della nuova coproduzione del Centro Servizi Culturali Santa Chiara assieme a teatro Verdi di Pisa e il teatro Sociale di Rovigo.
Coproduzione: strada percorsa da anni dal Santa Chiara, con crescenti ambizioni nazionali.
Significa «in soldoni», (e il termine non è una metafora), che una consistente fetta del bilancio del S.Chiara se ne va in progetti di qualità lirica. Scelta che negli anni ha costruito un pubblico lirico, (grazie anche alla formazione), rendendolo sempre più esigente e ricettivo anche rispetto a testi ostici. Ma allo stesso tempo resta aperto il problema della spesa per una voce che mette a bilancio un «costo a spettatore» oneroso. C'è tuttavia differenza tra il proporre scimmiottamenti lirici oppure opere di qualità. Ma il problema esiste, così come esiste la necessità di un confronto su una proposta culturale complessiva che senza penalizzare anni di impegno sulla lirica non finisca col sacrificare la quantità di altre forme di spettacolo. Su questo, purtroppo, il dibattito langue.
Quanto al Serraglio, si tratta di un'opera che Mozart scrisse a 26 anni, considerata in capolavoro. Una singspiel, si dicevamo, dove il canto si alterna alla parola, anticipando nella produzione di Mozart il mitico Flauto Magico. Di dieci anni.
Il cast dell'allestimento trentino è di primo piano. La direzione d'Orchestra è affidata al celebre direttore inglese Jonathan Webb, per la prima volta a Trento, mentre la parte visiva è curata da Gabbris Ferrari che firma regia, scene, costumi, luci. Ferrari torna a Trento dopo molti anni: di lui ricordiamo un eccellente "Barbiere di Siviglia" di Rossini di cui firmò scene e costumi per la regia di Maurizio Nichetti.
Di assoluto valore la compagnia di canto con lo straordinario basso islandese Bjarni Thor Kristinsson (Osmin) che, fra l'altro, nel 2007 fu applauditissimo al Teatro La Fenice di Venezia nella parte di Fafner nel "Siegfried" di Wagner per la direzione di Jeffrey Tate e la regia di Robert Carsen.
E la storia? Cose turche, nel senso, (a scanso di equivoci), dell'ambientazione tra pascià, amorazzi, tradimenti. Eccetera.