Trento marcia contro i pesticidi «Ci stiamo avvelenando» 

La manifestazione. Gli organizzatori hanno fornito dati inquietanti: nel 2017 in Trentino ne sono state consumate 2.175 tonnellate, circa 51 chili per ettaro agricolo. «Ma in dieci anni possiamo recuperare la sovranità alimentare»


Daniele Peretti


Trento. “ci stiamo avvelenando a norma di legge” è uno degli slogan e lanciato in occasione della “ marcia stop pesticidi” che ieri pomeriggio ha attraversato la città da piazza dante al parco delle albere. nel 2017 il consumo di pesticidi in trentino, è stato di 2175 tonnellate, circa 51 chili per ettaro della superficie agricola. anna rizzoli tra le fondatrici di agricoltura trentino, afferma come ormai l’organismo umano abbia assorbito percentuali di sostanze velenose e come dello spropositato utilizzo dei pesticidi abbia risentito la natura in generale: prime tra tutte le api. la proposta è quella di una riconversione dell'agricoltura in agroecologica; un progetto che potrebbe essere realizzato in dieci anni. subito la messa al bando del glifosate, del chlorpyrifos e dei neocotinoidi. entro un quinquennio l’abolizione dei pesticidi di sintesi e entro 10 anni la conclusione della riconversione con filiere corte, il recupero della “sovranità alimentare” come per i cereali e i legumi che potrebbero essere forniti a scuole e ospedali. allarma anche la qualità delle acque dei nostri fiumi. il piano tutela del 2015 ha evidenziato come su 50 corsi d’acqua in condizione critica, 20 presentavano tracce di pesticidi. ne sono trovate tracce ovunque, anche distante dai campi.

Sensibilizzare gli agricoltori

La marcia di ieri pomeriggio aveva lo scopo di sensibilizzare la popolazione, ma anche a difesa degli agricoltori stessi: “Non dimentichiamoci che queste sostanze utilizzate per preservare i prodotti dell’agricoltura, sono nocive per l’uomo e letali per api e insetti. A subirne gli effetti negativi è tutto l’ecosistema”. Loredana racconta di quando passeggiando per le campagne di Tavernaro si è ritrovata a contatto con gli spruzzi dell’atomizzatore in azione a bordo strada: “Non era possibile far niente perché l’aria disperdeva il pesticida e comunque mi sarei trovata in mezzo. Al rientro a casa ho chiamato in Provincia e, dopo una serie di rimpalli, mi hanno passato l’Istituto di San Michele. La persona che mi ha risposto ha detto che il contadino può irrorare liberamente e che di certo le sostanze usate non sarebbero state velenose. Non mi ha convinto, penso che delle regole precise ci devono essere”.

Manifestanti di ogni età

Tra i manifestanti tanti bambini, persone di tutte le età, tutte accomunate dal desiderio di migliorare la qualità della vita. Alla partenza il richiamo a non esporre simboli di partito: “Logico che col suo impegno Agricoltura Trentina finisca per fare politica, ma rivendichiamo il nostro essere apartitici. Siamo un movimento trasversale, ispirato prima di tutto dall’agricoltura”.

Alla manifestazione hanno preso parte anche il Comitato per il Diritto alla Salute val di Non - “Uno studio della dottoressa Renata Alleva sui residenti in zone di melicoltura intensiva ha trovato residui di chlorpyrifos nelle urine e misurato un danno nel Dna e nei suoi sistemi di riparazione” -, le associazioni La Credenza, Trento Consumo Consapevole, L’Ortazzo e i Richiedenti terra. La marcia è stata finanziata con un crowdfunding che in un mese ha raccolto 1500 euro.

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