Trento, mamma pecora salvata dall’Adige
Ornella Dorigatti dell’Oipa: “Ho avvisato i vigili del fuoco e l'ho seguita in macchina percorrendo la ciclabile. Quando è stata recuperata era evidente che era una mamma che aveva partorito da poco. Purtroppo nell’area urbana non ci sono più spazi per i pascoli come una volta”
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TRENTO. Questa è la storia di una mamma pecora nuotatrice vittima dei pascoli urbani che hanno sempre meno spazio per poter essere sicuri. Di venerdì la segnalazione di una pecora caduta nell’Adige dalla sponda destra. Questa mattina il suo avvistamento all'altezza del Parco Oipa di Mattarello e quindi il suo recupero all'altezza di Aldeno.
Ornella Dorigatti racconta: “L’ho vista annaspare nell’acqua, senza riuscire a vincere la forza della corrente e alla fine aveva difficoltà anche a tornare a riva. Ho avvisato i vigili del fuoco e l'ho seguita in macchina percorrendo la ciclabile. Quando è stata recuperata era evidente che era una mamma che aveva partorito da poco”.
Bella soddisfazione, ma come può aver fatto a cadere nell’Adige? “Purtroppo nell’area urbana non ci sono più spazi per i pascoli come una volta. Tra ciclabili, strade, tangenziali e i loro utilizzatori, anche per i pastori è diventato impossibile spostare le greggi in sicurezza. Ci vorrebbe un progetto di salvaguardia di questa antica tradizione perché di certo non possono stare all’alpeggio tutto l’anno. Poi è vero che si tratta di pascoli pressoché incustoditi e quindi è possibile che una pecora o perché spaventata o perché scivola quando va a bere possa cadere in acqua. Questa volta è andata bene e sono convinta che siamo riusciti a restituire una mamma pecora ai suoi agnellini”.