Trento, la personal trainer disoccupata “cerca un salvagente”
I professionisti che insegnano lo sport sono davvero arrivati alla frutta e molte palestre e centri non riapriranno più. Antonella Endrici dell'Agnolo, ironicamente si mette in gioco, posando lungo il Fersina con i suoi attrezzi da lavoro
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TRENTO. Wonder Woman può sembrare esagerato ma elencando il palmares e le attestazioni che certificano la professione di Antonella Endrici Dell’Agnolo, l’affermazione non suona poi tanto peregrina. Dice infatti: “Sono una personal trainer, istruttore federale di nuovo, assistente bagnanti, istruttore di fitness olistico, istruttore di Gag, aerobica, educatore posturale, insegnante di training autogeno, diplomata maestra scuola d’infanzia, atleta sia di apnea che di nuoto”.
E se non bastasse: “Lo sport è una vera e propria medicina, innalza il sistema immunitario - mai messo alla prova come in questo periodo - fa produrre endorfine al nostro sistema endrocrino ed aiuta il contenimento di molte patologie. Quindi fermare lo sport è fermare la vita”. Una postilla: “Lo sport aiuta il benessere ma pure il bellessere!”.
Poi si arriva alla nota dolente della chiusura ormai da un anno di palestre, centri fitness, piscine, se non ad uso esclusivo degli atleti senza pubblico: “La mancanza di sport provoca peggioramenti sia a livello dell’apparato muscolo scheletrico che a livello psicologico, aumentando la depressione e l’ansia. Ormai chi lavora nelle palestre dopo aver messo tutto a norma, non riesce più a far fronte a tutte le spese e moltissimi professionisti del settore non riapriranno più. Ci hanno chiuso senza dare ristori adeguati e senza fornire una possibilità – solo 3-4 persone all’ora ad esempio - hanno fatto chiudere e nessuno sa se e quando si potrà riaprire”.
Concludendo: “Anche nelle piscine si poteva continuare come si è fatto nella scorsa estate, si entrava solo su prenotazione senza usare doccia o spogliatoi”. E per dare visibilità alla tragica situazione in cui si sono venuti a trovare centinaia di professionisti del settore, si è prestata di buon grado a posare per un set fotografico che ironizza sul fare, non fare, buttarsi, resistere, cercare chi affoga nei debiti o scappare lontano di corsa? Ai posteri l’ardua sentenza.