Trento: la biblioteca di Botta sarà abbassata di un piano

La biblioteca di Botta cala di un piano e ritorna dell’altezza a cui era stata prevista: 27 metri invece dei 31,5 a cui era stata alzata in un secondo tempo, sollevando la dura reazione del Comune



TRENTO. La biblioteca di Botta cala di un piano e ritorna dell’altezza a cui era stata prevista: 27 metri invece dei 31,5 a cui era stata alzata in un secondo tempo, sollevando la dura reazione del Comune. È questa la disponibilità offerta dal rettore Davide Bassi in un incontro avuto con il sindaco di Trento Alessandro Andreatta e l’assessore provinciale all’urbanistica Mauro Gilmozzi.
Un vertice a tre, nei giorni scorsi, per chiarirsi dopo la bufera scoppiata a fine novembre con l’uscita (poi smentita) del vicesindaco Paolo Biasioli, che aveva giudicato inopportuna la collocazione della biblioteca in piazzale Sanseverino perché giudicata troppo impattante. Seguì la repentina marcia indietro del sindaco, che ribadì: la biblioteca resta a Sanseverino ma l’altezza va ridotta perché così è insostenibile.
Quel muro di 31 metri e mezzo è il motivo per cui la deroga per il progetto firmato dall’archistar ticinese Mario Botta è fermo da oltre due anni negli uffici comunali. Ed è il motivo per cui la commissione edilizia, a ottobre, ha espresso un primo (interlocutorio) parere negativo, giudicando «fuori scala» l’ultima versione del progetto, rialzato di 4 metri e mezzo rispetto al preliminare.
Negli ultimi mesi l’Università è tornata in più occasioni a fare pressing sul Comune: è ora di decidere, ha detto in sostanza il rettore Bassi, e il delegato per l’edilizia Bruno Zanon, citando lo stesso Botta nel corso di un convegno, ha spiegato che se i lavori non partono in tempi ragionevoli, un progetto finisce per arenarsi.
Nessuno a Trento vuole lasciarsi sfuggire l’opportunità di una creazione firmata Mario Botta. E così l’annunciato incontro tra Università, Comune e Provincia si è finalmente svolto. Al tavolo si sono seduti il sindaco Alessandro Andreatta, il vice Paolo Biasioli, l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi e il rettore Davide Bassi. Quest’ultimo ha confermato la disponibilità dell’ateneo e del progettista a ridurre di un piano l’altezza dell’edificio. Una disponibilità che Botta aveva per altro già annunciato, intervistato il 21 novembre dal nostro giornale: «So che ci sono state critiche per l’altezza e quest’estate abbiamo inviato una lettera al Comune, in cui abbiamo detto che eravamo pronti ad abbassare di un piano l’edificio». Da allora, aveva commentato amareggiato l’architetto, «non ho più sentito nessuno».
Qualcosa nel frattempo si è sbloccato. Le parti si sono parlate e sono uscite dal faccia a faccia con un’intesa di massima, decisiva per sbloccare l’iter della deroga. Da gennaio sarà al lavoro una commissione tecnica Comune-Università. Il progetto della biblioteca dovrà ripassare nella commissione edilizia comunale, quindi in commissione urbanistica per approdare infine in consiglio.
Non è detto che a questo punto la strada sia spianata. Se l’altezza era il problema più grosso da risolvere, altre questioni restano sul tappeto, a partire dalle distanze tra gli edifici. La super-biblioteca, alta 27 metri e con un fronte di 72 metri, si troverebbe a soli 13 metri di distanza dalle case a sud. Troppo pochi, ha ripetuto anche recentemente l’assessore Biasioli. Il Comune concorda invece con l’ateneo sull’impossibilità di «ruotare» l’edificio: la piazza pensata da Botta ha senso se rivolta verso l’edificato e verso l’accesso da via Verdi, creando un percorso unico dalle facoltà del polo cittadino; lo perderebbe se venisse girata verso via Sanseverino e il fiume.

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