L'INCHIESTA

Trento, indagati per truffa 15 infermieri delle case di riposo

Secondo l'accusa timbravano il cartellino in più strutture e somministravano farmaci senza prescrizione. Le indagini in Valsugana



TRENTO. Velocissimi nello spostarsi da una casa di riposo all’altra ma anche capaci di essere in due strutture in contemporanea per il turno di notte. E’ una truffa, quella contestata dalla procura a nove infermieri. Alcuni di loro, più altri per un totale di 15, sono indagati anche per somministrazione di farmaci senza prescrizione. Tra loro due feltrini.
 L’indagine parte nel 2008 quando i carabinieri del Nas fanno controlli all’interno di alcune case di riposo della Valsugana, del Primiero e in quella di Lamon. Verifiche già fatte in altre strutture e che a Cles, per esempio, avevano permesso di scoprire che alcuni infermieri somministravano ai degenti farmaci non prescritti.
 L’attenzione dei militari si è quindi spostata su Strigno e qui sarebbero stati trovati episodi simili. Numerosi quelli contestati a dodici infermieri (tre sono dipendenti della struttura). L’accusa è quella di esercizio abusivo della professione perché si sarebbero sostituiti ai medici somministrando farmaci senza una precisa disposizione.
 Da queste verifiche è nata la seconda parte dell’indagine sulla truffa e la frode alla Provincia di Trento e all’Azienda sanitaria. Esaminando i cartellini segnatempo, infatti, sarebbero risultati turni molto lunghi, anche superiori alle dieci ore consecutive, e la presenza dello stesso infermiere in due strutture contemporaneamente. Non solo. La truffa si sostanzierebbe nel fatto che gli indagati (che sono invece nove per questi reati) avrebbe timbrato anche i cartellini dei colleghi assenti. Succedeva ad esempio che un infermiere timbrasse l’uscita dalla casa di riposo di Roncegno e poi prendesse servizio a quella di Pieve Tesino. Nessun problema se non per il fatto che l’orario di uscita era posteriore a quello di inizio del nuovo servizio. Sarebbe poi stata registrata una serie di casi in cui lo stesso infermiere faceva la notte a Lamon e in un’altra casa di riposo come quella di Transacqua.
 Nella lista dei quindici ci sono anche due infermieri feltrini. Una donna di 47 anni dovrà rispondere alla doppia accusa di truffa e di esercizio abusivo della professione per la somministrazione di farmaci senza prescrizione. Un uomo di 42 anni, invece, è accusato di truffa e di frode.
 «Siamo amareggiati ma anche tranquilli», spiega Gabrielle Macinati, presidente dell’associazione Nursing-studio infermieristico associato, anche lui nella lista degli indagati. «Potrò spiegare ogni cosa, so di aver fatto tutto rispettando le regole. I farmaci erano stati indicati dai medici e bisognava darli al bisogno. Quanto ai cartellini, a Lamon nel 2008 non c’era la timbratrice ma all’inizio del mese spedivamo i turni indicativi. Poi capitava, magari che un collega scambiasse la sua notte con un’altra, ma alla fine gli enti pagavano sempre per un infermiere». Le case di riposo controllate sono quelle di Strigno, Canal San Bovo, Transacqua, Roncegno, Pieve Tesino, Lamon e il poliambulatorio di Borgo.













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