IL PROCESSO

Trento, Grisenti parla al processo"A pranzo si discuteva di A22"

L'ex presidente dell'autostrada sul banco degli imputati respinge tutte le accuse


Luca Petermaier


TRENTO. Può sorridere Silvano Grisenti. L’udienza di ieri ha segnato alcuni punti a suo favore in attesa della sentenza che verrà pronunciata il prossimo 16 aprile. Le accuse di truffa per i pranzi pagati con la carta dell’A22 sono state ridimensionate e l’accusa più grave (concussione) sembra vacillare dopo la testimonianza resa ieri dal teste chiave, il direttore del “Ccc” Giorgio Benedetti.
 In un processo in cui di «pistole fumanti» contro l’imputato non se ne vedono all’orizzonte diventa molto difficile dire da che parte pende la bilancia del verdetto. La difesa si dice soddisfatta dell’esito dell’udienza. La procura non commenta, ma sembra di capire che - soprattutto per quanto riguarda le testimonianza di Benedetti - la valutazione sia positiva.
 L’udienza di ieri si è aperta con la testimonianza di Mauro Betta, l’ex senatore della Margherita che partecipò ad alcuni dei pranzi contestati nel capo di imputazione. La procura sospetta una truffa alle casse di A22 in quanto Grisenti avrebbe pagato il conto di quei pranzi con soldi di Autobrennero, mentre si sarebbe trattato di riunioni politiche che nulla avevano a che fare con la gestione della società di via Berlino. Betta prima e l’ex consigliere della Margherita Guido Ghirardini poi hanno invece ricordato come i quattro pranzi (uno alla vigilia di Natale del 2007 e gli altri tra marzo e agosto del 2008) furono l’occasione per commentare questioni di vitale importanza per A22, come il decreto governativo che prevedeva il dimezzamento del numero dei componenti del cda o il rinnovo della concessione. La presenza di Betta sarebbe stata fondamentale in quanto raccordo tra Roma e Trento e quella di Ghirardini (capogruppo in consiglio regionale) e degli altri consiglieri della Margherita risultava necessaria in quanto la Regione è l’azionista di maggioranza di Autobrennero.
 Chiarito (almeno a giudizio della difesa) anche un altro equivoco: una presunta cena tra esponenti della Margherita, anch’essa pagata da Grisenti. Alberto Zanotti, coordinatore della Margherita di Poco, ha invece spiegato che quell’appunto trovato sull’agenda di Grisenti non riguardava una cena ma una riunione a casa dell’ex assessore per commentare l’esito di una tornata elettorale.
 Il processo è proseguito poi con la testimonianza di Giorgio Benedetti, direttore del Consorzio Cooperative Costruzioni, colosso dell’imprenditoria emiliana che aveva partecipato alla gara della Cispadana come concorrente dell’Ati dell’A22 presentando un ricorso al Tar che ha bloccato i lavori per due anni. Una lunga chiacchierata intercettata tra Grisenti e Benedetti è alla base dell’accusa di concussione, per alcune presunte minacce rivolte da Grisenti perchè Ccc ritirasse il ricorso. Il tono dell’intercettazione - a detta di chi l’ha sentita molto pacato - ha segnato un punto a favore di Grisenti, anche se la successiva testimonianza di Benedetti non è stata risolutiva per comprendere se ci fu o meno la minaccia di ritorsioni da parte di Grisenti. La difesa, poi, ha insistito sul fatto che non ci può essere concussione in quanto A22 - in quella specifica circostanza - non operava come soggetto pubblico ma in qualità di imprenditore privato.













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