Trento, Grisenti condannato per i contributi alle società sportive

Le motivazioni della sentenza per corruzione impropria: l'ex presidente dell'A22 avrebbe sollecitato e gradito le sponsorizzazioni da parte delle ditte Collini e Oberosler alla Società pattinatori trentini e alla pallamano Mezzocorona


Mara Deimichei


TRENTO. Aveva sollecitato o quanto meno mostrato di gradire le sponsorizzazioni alla Società pattinatori trentini e alla squadra di pallamano di Mezzocorona, da parte delle ditte Collini e Oberosler. Senza favorirle poi in modo concreto, ma non fa differenza. Per il giudice Ancona, che ha condannato Grisenti, è corruzione, sia pure nella forma attenuata della corruzione impropria.
Le motivazioni della sentenza sono state depositate ieri mattina nella cancelleria del tribunale. Motivazioni corpose: 108 pagine nelle quali Ancona spiega perché non ha avvalorato le accuse di truffa, concussione, corruzione che erano state mosse dai pm Profiti e Silvi arrivando quindi a formulare la condanna (a 4 mesi, convertiti in una sanzione pecuniaria di 4.560 euro) solo per la corruzione impropria, legata alla gara per la realizzazione dell’autostrada Nogara-Mare. Un reato, quello della corruzione impropria, che si realizza quando il pubblico amministratore riceve un indebito vantaggio per aver fatto un atto conforme ai suoi doveri e non contrario. Per il giudice poi, «Collini e Grisenti parlano molto ma appare sempre chiaro che i poteri di decisione e tutti i relativi contatti sono tenuti da altri uomini politici o amministratori (qui Dellai e Duiella, altrove De Col).
Pattinatori e pallamano. Fra le varie sponsorizzazioni che sono state portate in aula, Ancona riconosce come riconducibili a Silvano Grisenti solo quelle per la società pattinatori trentini (dove la moglie dell’ex presidente di A22 faceva la volontaria) e quella alla pallamano di Mezzocorona che milita in seria «A». Per la prima il giudice sottolinea «come il rapporto fra Collini e la società fosse consolidato da tempo, dal 2004, e quindi prima degli stretti rapporti fra Collini e Grisenti. Ma il dato storico di inevitabile significato - scrive il giudice - per ritenere la contribuzione almeno astrattamente idonea ad essere definita “prezzo” del reato di corruzione e non già liberalità in senso proprio, è quella del raddoppio del contributo aumentato nel 2007 passando da 12 a 24 mila euro». Per la pallamano (sponsorizzata da Oberosler) la ditta fornì il materiale da esporre un mese dopo l’inizio del campionato «evidentemente - scrive Ancona - per assenza reale alle operazioni di promozione ma per giustificare nei fatti quella spesa nelle indagini che a quella data erano di dominio pubblico». Per il giudice si tratta però di atti unilaterali «per ottenere la benevolenza di Grisenti».
E va oltre spiegando che «nelle scelte dei presidenti della Autobrennero di assegnare il lavoro alle imprese del territorio provviste di Soa non vi era alcun abuso per privato interesse, o di asservimento della pubblica funzione agli interessi del privato». E «quindi nella esistenza del pagamento del prezzo del reato non ricorre il presupposto per una violazione del dovere di imparzialità, e quindi di un atto contrario alla legge».
I pranzi. L’accusa sosteneva che nei 5 pranzi al centro delle indagini e pagati da A22, lo scopo fosse quello di concordare, fra compagni di partito, strategie politiche. Per Ancona, però non c’è stata una falsa rappresentazione della realtà ma una diversa valutazione sull’importanza degli argomenti trattati (perchè di A22 comunque si sarebbe parlato) è per questo che il reato non sussiste.
Le minacce e la concussione. Largo spazio viene dedicato al colloquio fra Grisenti e Giorgio Benedetti della Ccc. In aula è stata ascoltata la registrazione e secondo il giudice si sarebbe trattato di un confronto fra pari, fra «rappresentanti di mondi politico-imprenditoriali con richieste e ipotesi di collaborazione reciproca. Insomma vi era nei fatti da parte di entrambi piena adesione alle logiche di sistema di cui parla Grisenti quando afferma che bisogna mantenere i reciproci impegni». E non minacce. Un colloquio che termina con la richiesta di un interessamento di Grisenti - come uomo politico - per ottenere commesse da Iniziative Urbane per l’ex Michelin. Per Ancona, per la concussione manca ogni presupposto e mancano anche le minacce













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