«Tragedia assurda: comunità tramortita» 

Le vibranti parole dell’arcivescovo Tisi: «Ci hai insegnato che l’unico confine da difendere è l’altro»



TRENTO. Un’omelia appassionata e allo stesso tempo pacata, quella di monsignor Tisi che prima ha messo tutti davanti alla cruda realtà: «Una violenza cieca che ha colpito al cuore una famiglia e tramortito una comunità». E poi ha ricordato la figura di Antonio: «Il Cantico dei Cantici dice: “Le grandi acque non possono spegnere l’amore”. La vita di Antonio lo conferma con forza. Figlio della terra italiana, in lui riunita, non solo idealmente, dalla Calabria al Trentino, dal sud al nord della nazione, egli si è formato in questa città, alla quale la storia ha consegnato la vocazione ad essere ponte con l'Europa. Nella terra che ha dato i natali a uno dei Padri fondatori del sogno europeo, Antonio ha immaginato con grande libertà ed entusiasmo un'Europa senza confini e senza pregiudizi, alla quale non vedeva alternative».E poi si è rivolto alla famiglia del giornalista: «L’intensità dell’amore che avvolge il vostro dolore possa divenire rassicurazione che Antonio vive nelle braccia del Padre. Il Padre stesso lo onorerà. Possiate sperimentare che Antonio continua ad accompagnarvi, a sostenervi, ad amarvi. Gloria di Dio sono le commoventi e profetiche parole di Antonio: “Il tempo è troppo prezioso per passarlo da soli. La vita troppo breve per non donarla a chi ami. Il cielo troppo azzurro per guardarlo senza nessuno a fianco. Nulla muore e tutto dura in eterno». Infine grande grazie: «Ti diciamo grazie, Antonio. Grazie per aver creduto nella forza della parola che s’interroga. Tu ci hai insegnato che l’unico confine da difendere è il volto dell’altro. Un pezzo di cielo è sceso in terra e ora vi fa ritorno. Per tutto e per sempre, grazie Antonio». (u.c.)













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