TRAGEDIA A CARZANOQuindicenne annegamentre pesca nel torrente
Luca Franceschini aveva solo 15 anni. Studente all'istituto per geometri di Borgo da sempre coltivava una grande passione: la pesca. E pescando sul torrente Maso, a poche centinaia di metri dalla sua casa di Carzano, Luca ha perso la vita, vittima di un banale incidente. Non ci sono testimoni: ad accompagnarlo con l’auto era il papà Giorgio che ogni volta, dopo circa un paio d’ore, andava a riprenderlo
CARZANO. Luca aveva solo 15 anni. Da un anno studiava per diventare geometra a Borgo, non aveva fronzoli per la testa e da sempre coltivava una grande passione: la pesca. E pescando sul torrente Maso, a poche centinaia di metri dalla sua casa di Carzano, ieri Luca ha perso la vita, vittima di un banale incidente.
Come accadeva spesso la domenica, Luca, il cui cognome era Franceschini, s’era recato sulle rive del torrente che scorre accanto al paese. Ormai era un rito per lui, che due anni fa aveva ottenuto la licenza di pesca: ad accompagnarlo con l’auto era il papà Giorgio che ogni volta, dopo circa un paio d’ore, andava a riprenderlo. Anche ieri, Luca s’è alzato, ha fatto colazione, s’è vestito di tutto punto - equipaggiamento tecnico con colori mimetici, giubbotto multitasche da pescatore e stivaloni alti - è salito sull’auto del padre ed è andato in località Salizzano, nel tratto di corso d’acqua che scorre poco lontano dall’omonima discarica. Sono circa le 9.30 e l’appuntamento con il papà è fissato per le 11.30. Avrebbero dovuto essere due ore di divertimento, per Luca, immerso in un angolo di paradiso per rinnovare la sfida con le argentee trote che guizzano nelle acque cristalline del Maso.
Ma ieri, all’improvviso, quel paradiso si trasforma in una trappola mortale. Testimoni della tragedia non ce ne sono, ma è certo sia avvenuta dopo le 11 visto che a quell’ora un passante lo ha notato che pescava tranquillamente e Luca gli ha persino chiesto l’ora. Poco dopo Luca è scivolato e, cadendo, ha sbattuto la nuca su qualche pietra acuminata. Un colpo terribile - sul suo capo è stata trovata una profonda ferita - che gli ha fatto perdere i sensi. In quella zona la profondità è inferiore al metro, ma il disgelo delle nevi in quota ha abbassato di molto la temperatura e la corrente è fortissima. Luca non può opporre resistenza e il suo corpo viene trascinato a valle. Per lui non c’è scampo.
Alle 11.30, papà Giorgio è puntale. A casa tutto è pronto per il pranzo e con la sua station wagon raggiunge località Salizzano. Ma il figlio non è lì ad attenderlo. L’uomo lo cerca, lo chiama, ma senza esito. Alla fine chiede aiuto ai fratelli Ferruccio e Carlo e insieme a loro setaccia un tratto di argine. Alla fine i tre s’arrendono e, poco prima delle 13, lanciano l’allarme. In zona intervengono i vigili del fuoco di Carzano, subito affiancati da tutti gli altri corpi della zona, che si dividono le zone di ricerca controllando anche un tratto del fiume Brenta, di cui il Maso è affluente. Arrivano pure gli uomini del Soccorso Alpino, i sommozzatori dei vigili di Trento e l’elicottero di Trentino Emergenza. E saranno proprio gli operatori sul velivolo, che ha sorvolato il corso d’acqua a bassa quota, a scorgere il corpo dello sfortunato ragazzino, incastrato sotto una grossa pietra, circa 500 metri a sud del punto in cui pescava. Inutile ogni tentativo di rianimazione dei sanitari del 118: Luca Franceschini era già morto. La salma è stata trasportata nella camera mortuaria dell’ospedale di Borgo