Traditi dalla radiolina, ladri in manette
I carabinieri hanno arrestato tre nomadi dopo un tentativo di furto fallito
ROVERETO. A fregarli è stata la radiolina utilizzata da uno dei tre ladri per comunicare con il resto della banda. Un atteggiamento che ha insospettito i carabinieri che da qualche giorno stanno pattugliando, anche in borghese, le zone della città maggiormente esposte al rischio dei furti negli appartamenti. Quando i militari del Radiomobile, giovedì mattina, hanno visto l’uomo che pedinavano salire a bordo di un furgoncino, raggiungendo così i due compagni, è scattato il blitz che ha portato al fermo dei tre nomadi, tutti residenti fuori provincia, d’età compresa fra i 25 e i 40 anni. Ma è solamente dopo aver messo le mani sul veicolo, perquisito da cima a fondo, che i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Rovereto hanno trovato prove sufficienti a spedire in carcere il trio con l’accusa di tentato furto aggravato. Infatti, in un vano ricavato sotto la tappezzeria, dalla parte del passeggero, i carabinieri hanno trovato attrezzi e materiali a dir poco compromettenti: un paio di cacciaviti con la punta limata, quattro ricetrasmittenti (il fatto che in auto non saltasse fuori la radiolina in uso all’uomo pedinato dai carabinieri ha portato alla decisione di “rivoltare” l’auto da cima a fondo) e 2500 euro in contanti sulla cui provenienza si sta ancora indagando.
Ma la prova che ha incastrato i tre nomadi (B.G. di 25 anni, A.L.L. di 40 anni e N.E. di 28 anni) è stata una serie di impronte trovate nel giardino di una villa, sempre in viale Zugna, dove poco prima era stato tentato un furto. I ladri, dopo aver forzato agevolmente la finestra, non si sono accorti della presenza anche di un allarme volumetrico e al suono della sirena (i proprietari erano fuori casa: sono stati informati via sms) se la sono dovuta dare a gambe. Le impronte trovate nel giardino della villetta sono risultate compatibili con la forma e le caratteristiche della suola delle scarpe indossate da due dei tre fermati, quelli che a detta dei carabinieri si occupavano della parte sul campo mentre il terzo stava alla guida del piccolo veicolo commerciale.
A fornire tutti i dettagli dell’operazione, ieri mattina, negli uffici del Comando provinciale, sono stati il comandante della Compagnia di Rovereto Massimo Di Lena e i suoi uomini. Evidente la soddisfazione dei militari dell’Arma per aver bloccato quella che ritengono essere una banda di ladri professionisti specializzata in furti nelle abitazioni. «Le indagini, però, non finiscono qui - ha spiegato il capitano Di Lena - perché sospettiamo che questa banda abbia messo in atto altri furti nell’ultimo periodo, a danno di ville di un certo prestigio. Ce lo fa sospettare il modus operandi che abbiamo riscontrato in questa occasione e anche altri elementi».
Letti gli atti, il Procuratlore De Angelis ha deciso per la conduzione nel carcere di Trento dei tre arrestati in attesa dell’udienza di convalida da parte del giudice e degli interrogatori. I tre nomadi hanno precedenti per reati contro il patrimonio.
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