Tempi d’attesa, guerra di cifre tra opposizioni e Azienda sanitaria
TRENTO. Le modifiche alle disposizioni in materia di ticket del pronto soccorso, per evitare lunghe attese, non hanno prodotto miglioramenti. Lo sostengono i consiglieri Claudio Cia, Giacomo Bezzi e...
TRENTO. Le modifiche alle disposizioni in materia di ticket del pronto soccorso, per evitare lunghe attese, non hanno prodotto miglioramenti. Lo sostengono i consiglieri Claudio Cia, Giacomo Bezzi e Alessandro Savoi. Pronta la replica dell’azienda sanitaria: «Le cause sono da ricercare più nel concretizzarsi di situazioni particolarmente impegnative che in presunti malfunzionamenti del sistema».
I consiglieri appuntano che «sebbene i ticket abbiano avuto sulla popolazione un iniziale effetto deterrente, rileviamo come l’introduzione degli stessi non abbia prodotto migliorie, andando semmai a creare un intasamento di persone accalcate nei pronto soccorso di Trento e Rovereto. Il sospetto è che i ticket stiano surrettiziamente servendo non a ridurre gli accessi, bensì a fare cassa per l’Apss. C’è anche da dire -proseguono- che i medici di medicina generale sono stati ridotti dalla politica a svolgere prevalentemente attività burocratiche e tendono sempre più, in un’ottica difensiva, ad indirizzare verso le strutture sanitarie. Altro elemento che provoca intoppi è l’elevata presenza di stranieri nullatenenti, i quali non dispongono di medico di base e pertanto si recano da soli negli ospedali.
Il direttore sanitario di Apss Claudio Dario fa notare: «Nel 2017 gli accessi al Pronto soccorso in tutta la rete ospedaliera provinciale sono stati 221.527. Di questi i codici bianchi sono stati il 19%, i codici verdi il 64,2%, i codici gialli il 15,6% e i codici rossi l’1%. Nel 90,7% dei casi i pazienti sono stati chiamati a visita entro le 2 ore dall’effettuazione del triage e nel 76,4 % dei casi sono stati dimessi non oltre le 4 ore di permanenza. I dati riferiti al primo semestre del 2018 confermano quasi fedelmente quelli registrati nell’anno precedente». Giornate di lunghe attese avrebbero poi cause molto chiare. «A titolo del tutto esemplificativo -prosegue il direttore- si pensi che nella giornata di domenica scorsa il servizio di elisoccorso è stato attivato 26 volte con 20 trasporti primari, con il conseguente aumento del carico di lavoro sui diversi pronto soccorso provinciali. E nella giornata di lunedì gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara sono stati circa 300. Siamo di fronte a numeri del tutto eccezionali.