Tecnologia e comfort: ecco Villa Rosa

Lavori ultimati e pazienti in arrivo già dalla settimana prossima nella struttura tutta luce e servizi riabilitativi di alto livello


di Roberto Gerola


PERGINE. C’è sempre curiosità quando apre una nuova struttura pubblica. Specie se di essa si parla da oltre 30 anni. E non sfugge alla regola il nuovo Villa Rosa, tanto più che fa parte della storia di Pergine: manicomio da una parte recupero funzionale dall’altra. Sono due poli che a cavallo di tre secoli il primo e di due il secondo hanno tracciato una strada economica, occupazionale, ambientale divenuta un po’ caratteristica di Pergine, troppe volte sottovalutata.

Curiosità alle stelle per il nuovo Villa Rosa realizzato nell’area ex psichiatrica (parte alta) ed ora “aperto” su via Spolverine, la strada provinciale per la valle dei Mocheni, poche decine di metri prima di Zivignago, la frazione fino a pochi anni fa, separata da Pergine centro da campagne coltivate e ora un tutt’uno.

Curiosità alle stelle per i contenuti del nuovo Villa Rosa, dei quali si è parlato moltissimo e se ne sono ipotizzati ancor di più. Per il momento, dallo “Zucar” scenderanno una cinquantina di pazienti che occuperanno stanze che odorano di nuovo: letti attrezzati, attrezzature, macchinari, arredi; poi corridoi luminosissimi, ampi, finestrati; poi, ascensori silenziosi, moderni, ampi anche quelli, specifici per pazienti e personale. Ci sono sale e salette, palestre e spogliatoi, locali per ospitare gli infermieri, ambulatori; ci sono le piscine con gli spogliatoi (al piano terra) con tutta una vetrata verso Zivignago poste appunto nell’ala nord, una portineria rotonda al centro della struttura e coperta da una cupola in vetro; un ingresso particolarmente agevole, con una tettoia avveniristica. Nessuna ristrutturazione di vecchi edifici, tutto ex novo. C’era sì l’idea di adeguare l’allora padiglione Benedetti e utilizzarlo per i pazienti, ma poi si è pensato bene di raderlo al suolo e costruire un edificio tutto nuovo, naturalmente ben più ampio e su quattro piani fuori terra. Si parla di 100.000 metri cubi da riempire, dei quali solo la metà sarà utilizzata. Accanto alla parte prettamente riabilitativa, anche farmacia e uffici tecnici, da tempo ospitati nell’edificio. Ma evidentemente, la parte più interessante è quella sanitaria. E le dichiarazioni “ufficiali” in proposito sono quelle dell’assessore Ugo Rossi e del direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor, in occasione del loro incontro a Pergine con il consiglio comunale. C’è da dare atto alla precedente amministrazione che con la coppia sindaco Silvano Corradi-assessore Renato Tessadri c’era stata un’accelerazione nei confronti della Provincia sull’argomento Villa Rosa. Perché negli anni precedenti si era per così dire “cincischiato” o “menato il can per l’aia” come si preferisce. Si ricorda l’atteso incontro “promesso e assicurato” dall’allora presidente Lorenzo Dellai e poi glissato all’ultimo momento con particolare delusione specialmente dalla popolazione. Il nuovo Villa Rosa sarà punto di riferimento provinciale per l’eccellenza riabilitativa, sarà assistenza di 2° livello (per pazienti che hanno subito interventi in strutture specializzate) per cure riabilitative a seguito di traumi neurologici e interventi cardiologici. Non ci sarà formazione, ma costante ricerca sui malati stessi con collegamento ai centri di neuroscienze.

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