l'allarme

Tbc, agenti contagiati dai mendicanti

Un’informativa interna segnala i nomi di un gruppo di romeni ad alto rischio di infezione attivi tra Bolzano e Trento



TRENTO. Diciotto nomi, cognomi e date di nascita, di altrettanti mendicanti che tutt’ora si spostano liberamente tra le provincie di Bolzano e Trento. Sono quelli contenuti in un’informativa dell’Isopol, associazione organica alle forze di polizia, diramata a tutte le forze dell’ordine e di cui il nostro giornale è entrato in possesso, che segnala la presenza in regione di soggetti «ad alto rischio» di infezione di tubercolosi.

Diciotto nomi che suonano come diciotto allarmi per la salute, degli operatori di sicurezza sulla strada e di chi, inconsapevole del rischio, potrebbe ritrovarsi a contatto ravvicinato con queste persone per ragioni umanitarie, di volontariato o anche per fare semplicemente una buona azione.

Si tratta di un gruppo di cittadini romeni tra i 30 e i 60 anni di età, cinque donne e tredici uomini, che in passato sono già stati identificati durante i normali controlli di routine, che - recita la nota - «sono dediti all’accattonaggio dinnanzi a supermercati o angoli della strada dei centri abitati, e che risultano senza fissa dimora sul territorio nazionale».

Il documento, che riporta la data del 23 luglio scorso, richiama gli operatori a prestare massima attenzione «per tutela della propria salute», dopo la recente scoperta di alcuni casi di infezione già contratta da operatori delle forze dell’ordine.

«Durante lo svolgimento del servizio di controllo del territorio - spiega la nota - gli agenti accompagnavano presso il proprio comando una persona di nazionalità rumena, e a seguito di sintomi nei giorni successivi, gli stessi operatori risultavano da accertamenti medici aver contratto la tubercolosi».

Secondo la teoria medica, questo genere di malattia si contrae per via aerea, vale a dire che si deve stare a distanza ravvicinata e respirare la stessa aria della persona infetta per un tempo prolungato; una situazione critica potrebbe essere quindi quella del trasporto della persona all’interno del mezzo di polizia.

Il documento prosegue, «al soggetto fermato e identificato come Omissis (non pubblichiamo il nome per tutela della privacy), a seguito di accertamento da parte dell’autorità sanitaria veniva riscontrata la “M Tubercolosi Complex”».

Stando ai controlli effettuati, prima e dopo la scoperta del potenziale pericolo, quello stesso soggetto identificato, si sposta e convive con una comunità di altri diciassette cittadini della sua stessa nazionalità, tra i quali risultano presenti anche alcuni suoi familiari, che automaticamente rientrano nella lista dei soggetti a rischio perché potrebbero a loro volta essere stati infettati dalla tubercolosi e potenzialmente portatori di ulteriori infezioni.

La nota prosegue con la lista intera dei loro nomi e dati personali, che non possono essere qui pubblicati per rispetto delle norme sulla privacy, e invita gli operatori di sicurezza a prestare la massima cautela.













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