«Tanti Comuni? Sono soldi ben spesi»

Gilmozzi: «Io e Kessler agli antipodi. La via giusta sono le Comunità di valle»



TRENTO. «Io non sono per fondere i Comuni, e se questo ci costa qualcosa in più, dico che sono soldi ben spesi». Mauro Gilmozzi, assessore provinciale agli enti locali, lo dice senza peli sulla lingua: «Io e Kessler siamo agli antipodi. Lo sguardo dell'Europa è sempre più metropolitano, di omologazione, la mia visione è un'altra. In un territorio alpino come il nostro, senza un forte legame con il territorio non avremmo i vigili del fuoco che abbiamo, non ci sarebbe il volontariato di cui andiamo orgogliosi». E l'assessore rilancia la riforma istituzionale: «Certo, oggi ci servono efficienza e specializzazione e le Comunità di valle sono il luogo dove possiamo garantirle, insieme ad una sintesi politica».

L'assessore replica così, a distanza, alle parole dell'ex presidente del consiglio provinciale Gianni Kessler, oggi alla guida dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode («Trentino» di ieri). «L'architettura del Trentino va alleggerita - ha detto Kessler - 5 livelli di governo sono una costosa macchina di consenso. 217 Comuni sono troppi, ancor più dopo la nascita delle Comunità di valle». Secondo l'ex presidente occorre ridurre i costi e il nuovo governatore che succederà a Dellai «dovrà essere capace di scelte forti e impopolari, ma improcrastinabili».

«La scelta coraggiosa sarebbe ridurre i Comuni?», sorride Gilmozzi, impegnato a gestire la difficile fase di attuazione della riforma istituzionale che ha mandato in soffitta i Comprensori per dar vita alle Comunità di valle. Molti sindaci frenano, c'è chi teme di perdere competenze e ruolo, chi di dover ridurre i servizi ai cittadini. Sul protocollo di finanza locale si è combattuta una battaglia e i Comuni hanno spuntato che sia la conferenza dei sindaci ad avere voce in capitolo sulle gestioni associate dei servizi.

Ma l'assessore difende la riforma: «È una via faticosa, ma è quella da perseguire- La strada giusta è quella di un'autonomia delle Province, che si stanno mettendo in rete anche a livello transalpino, e poi una dimensione sovracomunale, intermedia, che per noi sono le Comunità, che hanno una funzione di sintesi politica ma sono anche un elemento di sussidiarietà. Io sono contrario a fondere i Comuni se questo ci costa qualcosa in più sono soldi per la democrazia».

Anche per il segretario del Pd Michele Nicoletti, da sempre vicino a Kessler, è convinto che «l'attuazione della riforma istituzionale va accelerata». «Qualche preoccupazione c'è, anche da parte dei nostri sindaci, ma dobbiamo restare fedeli al motto che avevamo creato come Pd, "meno Provincia, più Comunità". Abbiamo sempre detto che l'impostazione Comuni da una parte e Provincia centralizzata dall'altra ha due limiti, il primo è non riuscire ad offre sempre servizi di qualità, il secondo è non garantire una sufficiente partecipazione. Le Comunità di valle sono il livello istituzionale per rispondere a queste due carenze».













Scuola & Ricerca

In primo piano