Taglio di mille euro ai parlamentariI politici trentini: "Dovremo risparmiare"
L’ufficio di presidenza della Camera ha deciso ieri. A giorni lo farà anche il Senato. Ai parlamentari saranno tolti mille euro netti dalla loro busta paga che ad oggi è di 11.703 euro lordi al mese (più benefit vari tanto da sfiorare i 15 mila euro)
TRENTO. L’ufficio di presidenza della Camera ha deciso ieri. A giorni lo farà anche il Senato. Ai parlamentari saranno tolti mille euro netti dalla loro busta paga che ad oggi è di 11.703 euro lordi al mese (più qualche altro spicciolo di benefit vari tanto da sfiorare i 15 mila euro).
La decisione, precisano alla Camera, non è stata presa perché le indennità siano ritenute troppo alte o improduttive, ma per dare un segnale “solidale” in un periodo in cui si chiedono tagli e sacrifici a tutti. I nostri parlamentari sono tutti d’accordo anche se, dicono, non è proprio un taglio simbolico: mille euro netti in meno (500 tolti dalla diaria di soggiorno; 500 dalle spese per il rapporto con gli elettori) si sentono. E dovranno fare un po’ di economia. Cristano de Eccher del Pdl è senatore e aspetta il taglio a giorni: «La decisione assunta alla Camera arriverà presto in Senato. Un taglio giusto? Le dirò, a me mille euro in meno non cambiano nulla nel senso che quelli non sono soldi che partecipano al mio tenore di vita, ma sono denari che semmai erano destinati alla comunità politica ed erano quindi riversati sul territorio. Può andare bene come segnale, ma dobbiamo renderci conto che non è con quei soldi che si risolve il problema perché il risparmio è irrisorio».
Il collega della Lega, Sergio Divina, è nella stessa situazione: «E’ un segnale e va bene. Ora il taglio arriverà anche in senato come già si dice da tempo. Certo, mille euro sono mille per tutti. Dovremo tarare meglio le nostre spese, ma alla fine sarà sopportabile. Molto dipende da come uno vive: io sto in appartamento con Fugatti e risparmio, di certo non mi stravolgerà il tenore di vita. Il vero problema è tra i dipendenti del Parlamento: ci sono situazioni incancrenite da anni che hanno portato queste figure a guadagnare più dei parlamentari. La finanziaria mette un freno, ma si dovrebbe andare oltre».
Maurizio Fugatti (Lega) approva: «Credo sia la prima volta che succede, mi pare un buon segno, no? Fini e Schifani si sono messi d’accordo perché il taglio non si può fare per legge, ma lo devono fare le presidenze. E’ un esempio che arriva dalla nostra categoria in un momento difficile».
Concordano anche all’opposizione. Laura Froner (Pd): «Siamo contrari a questa manovra, ma in questo momento era giusto dare un segnale. Che non è soltanto simbolico perché è anche concreto. Stiamo parlando di mille euro. Si sentono? Questo dipende da come vive ciascuno, ma è chiaro che hanno il loro peso.»
Lo conferma anche Giorgio Tonini, senatore del Pd: «Nel momento in cui si chiedono sacrifici a tutti è giusto che anche i parlamentari facciano la loro parte. Certo, sarebbe una bestemmia lamentarsi, ma i mille euro non sono solo un gesto simbolico. Si dovrà fare qualche economia e risparmiare su qualche cosa. Però va anche precisato che i circa 15 mila euro che incamera un parlamentare non sono il guadagno: con quelli ci deve pagare i collaboratori e la vita a Roma. Alla fine lo stipendio è quello di un dirigente».
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