«Tagli» in casa di riposo lavoratori preoccupati
Per la spending review la direzione dell’Apsp Vannetti vorrebbe togliere un operatore socio-sanitario nel turno notturno. Ora parte la sperimentazione
ROVERETO. I sindacati e i lavoratori la considerano una piccola vittoria. La direzione dell’Azienda per i servizi alla persona “Vannetti”(l’ex casa di riposo) aveva ipotizzato la riduzione di un’unità nel turno di notte all’interno delle due strutture di Borgo Sacco e di via Vannetti, per ottemperare ai tagli dei finanziamenti imposti dalla spending review provinciale. Ma dopo mesi di assemblee dei lavoratori e continue sollecitazioni, due giorni fa la direzione ha deciso di accogliere anche la controproposta presentata dai sindacati e dal personale dipendente: in pratica, il taglio di un operatore socio-sanitario andrà a ricadere sul cosiddetto “turno cerchiato” o “jolly” (quello per coprire malattie lunghe o assenze). In questo modo, assicurano infermiere e Oss la qualità del servizio e la professionalità non andrà a scadere. «Perché il servizio notturno è molto più delicato da svolgere, già siamo in pochi per seguire tutti i pazienti, se poi riducono ulteriormente il personale socio-sanitario diventa ancora più problematico», spiega una delle infermiere della struttura di via Vannetti intervenuta ieri pomeriggio alla conferenza stampa, convocata dalle segreterie provinciali del pubblico impiego della Cgil-Cisl-Uil.
«Siamo soddisfatti e preoccupati allo stesso tempo - spiegano Michele Ulivieri (Cgil), Elisabetta Pecoraro (Cisl) ed Elena Aichner (Uil) - anche dopo aver appreso che la direzione dell’Apsp Vannetti ha accolto le nostre obiezioni in materia di riduzione del personale. Forse abbiamo bloccato, speriamo in maniera definitiva, una deriva pericolosa di tagli che avrebbe ridotto i servizi all’utenza, in particolare eliminando un operatore di notte nella struttura di Borgo Sacco che accoglie 72 ospiti e un altro nella struttura di via Vannetti con 199 anziani su quattro piani».
La logica dei tagli al bilanci è figlia della riduzione di finanziamenti della Provincia verso le strutture sanitarie che obbliga gli amministratori a individuare soluzioni alternative per comprimere la spesa corrente. «Aver fatto riflettere la direzione è il risultato della pressione esercitata dai lavoratori che hanno affollato le assemblee unitarie - raccontano ancora i tre sindacalisti - la partecipazione è sempre stata massiccia, nell’ultima assemblea erano presenti quasi ottanta lavoratori. Questo ha indotto la direzione a rallentare sul proprio progetto di razionalizzazione e ha colto le criticità che i tagli avrebbero comportato».
La controproposta “jolly” dei lavoratori e dei sindacati sarà applicata dall’azienda per i prossimi 40 giorni, partendo dal 15 aprile. Dal 29 maggio, per altri 40 giorni, l’azienda metterà in pratica la riduzione del personale notturno: «Noi ribadiamo la nostra totale contrarietà ai tagli del turno notturno che comporterebbe, ne siamo sicuri, pesanti disservizi e maggior pericolo per una diminuita assistenza nei confronti degli ospiti che noi coccoliamo e li viziamo, visto che li accompagniamo alla loro fine vita». Se tagli ci dovranno essere questi dovranno essere calibrati su una precisa comparazione fra le due sperimentazioni, «con numeri alla mano, sui costi e benefici, sulla qualità del servizio, non dovrà essere un mero calcolo economico» concludono i sindacalisti. «L’azienda deve capire che noi lavoratori siamo un patrimonio, con questi tagli rischiamo di mettere a rischio la sicurezza e l’incolumità degli ospiti e degli stessi dipendenti».
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