Sulla casa le tasse sono raddoppiate

L'Imu svuota le tasche e anche sui negozi l'aumento è superiore al 100%


Robert Tosin


TRENTO. Solo adesso che si cominciano a fare i conti sul serio ci si rende conto di quello che sarà l'Imu: una batosta per le famiglie. Sulla prima casa sarà difficile azzerare il dovuto e almeno un centone bisognerà scucirlo.

Sulle seconde case o gli appartamenti affittati sarà invece un bagno di sangue: moltiplicate tranquillamente per due la cifra che avete sempre pagato con l'Ici e saprete che cosa vi aspetta a giugno. Perchè poi, siccome del doman non v'è certezza, è possibile che il governo rincari le aliquote strada facendo.

Entro il 30 settembre infatti, Roma (ma anche i nostri Comuni) potrebbero fare le somme e scoprire che l'introito atteso non c'è sato. E quindi la soluzione già prevista è quella di rimettere mano nelle tasche dei padroni di casa. Il salasso, così, non potrà che aumentare. E' stato pure detto che l'Imu è una tassa straordinaria e che quindi le aliquote potrebbero pure essere ridotte o eliminate. Ma chi ci crede può alzare la mano e fare professione di fede.

Non si salvano nemmeno gli appartamenti con affitto concordato,nè negozi e alberghi. La prima reazione prevedibile è che questi costi ricadano poi sull'inquilino, sui prodotti e sui servizi. Ma vediamo degli esempi. Il nucleo familiare di due persone che ha un appartamentino in città (non in centro) e una pertinenza resta solo i 200 euro. Se prendiamo una rendita base di 400 euro e una pertinenza (cantina o garage), a Trento si andranno a sborsare 135 euro, grazie alla detrazione forfettaria di 200 euro. In più ci sono le potenziali detrazioni di 50 euro per figlio. Nel caso la coppia avessa un secondo appartamento di simile rendita, ma affittato, aggiungerà al suo conto 430 euro senza aver diritto a nessuna detrazione. A giugno pagherà la metà dei quasi 600 euro e dovrà ripensare alle proprie vacanze.

Se vogliamo fare un raffronto tra le due principali città del Trentino mettendoci anche, a titolo esmeplificativo, Riva del Garda in qualità di località turistica, si notano differenze marcate, anche se le aliquote si discostano minimamente. A fare la differenza, ovviamente, sono le rendeite catastali. Un alloggio "classico" da 6 vani (A/2 classe 5) usato come abitazione principale farà pagare ai trentini del capoluogo un'Imu da 341 euro; Riva di 289 e Rovereto di 226. Se poi un appartamento simile è affittato preparatevi per fare un mutuo: 1.028 euro a Trento, 929 a Riva e 811 a Rovereto. Il negozio da 100 metri quadrati in classe C/1 costa quanto avere un dipendente in più: 1.856 euro a Trento, 1.298 a Riva, 1.169 a Rovereto. Avete un ufficio da 4 vani in classe A10? Se lo avete a Riva sono guai: 1.358 euro di Imu. A Trento costa meno, 1.259, a Rovereto 1.160.

E l'artigiano col suo bel capannone da 1.000 metri in categoria C/3? Be', se in qualche modo si stava risollevando dalla crisi dovrà rinviare i festeggiamenti: a Riva pagherà un'Imu da 5.769 euro, a Trento di 5.481, a Rovereto di 3.981 euro. Gli aumenti rispetto all'Ici sono a tre cifre: sulla seconda casa - parliamo di una media generale, ma ci si discosta davvero di poco) il rincaro è nell'ordine del 106%, così come per uffici e banche. Per i negozi è un paio di punti in più. I capannoni artigianali pagheranno l'80% in più, mentre gli alberghi "solo" 55% in più. Aumenta del 30% anche la tassa sui terreni edificabili.

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