Strumento perso nella gamba durante l’intervento
Un trentino di 76 anni è stato lo sfortunato protagonista di un'operazione chirurgica con un contrattempo
TRENTO. Era già stato operato all’anca destra e aveva bisogno di una nuova operazione per l’espianto dello stelo della protesi della gamba destra e per successivo reimpianto. Un trentino di 76 anni aveva scelto di operarsi in Veneto a causa del rapporto di fiducia con un dottore che lavorava all’ospedale di Castelfranco Veneto. Ma non sapeva che stava iniziando per lui un lungo periodo di sofferenza.
Nel marzo del 2005 si è rivolto all’ospedale veneto per risolvere alcuni problemi che lo stavano tormentando da tempo. Si era operato una prima volta nel 1990 all’anca destra poi, a causa di un primo scollamento, si era operato di nuovo nel 1993 e ancora nel 1995. Il paziente aveva deciso di operarsi in Veneto perché voleva risolvere del tutto il problema dello scollamento della protesi.
Il medico lo aveva rassicurato e gli aveva detto che sarebbe potuto ottenere un buon risultato. Purtroppo, però, durante lì’operazione si è verificato un inconveniente. La fresa per rimuovere il cemento che assicurava lo stelo si spezzò durante l’intervento. Per questo il medico ha dovuto aprire una vera e propria finestra allargando la ferita alla cute per rimuovere la fresa.
Lo stelo, comunque, è stato rimosso e poi rempiantato senza che Tamanini venisse a sapere niente dell’inconveniente. Successivamente il paziente è stato dimesso e portato in ambulanza a Villa Rosa a Pergine per la fase di riabilitazione.
Il paziente non è mai stato informato delle complicazioni sorte durante l’intervento. Però la rottura dell’osso per la rimozione della fresa ha comportato una riabilitazione più lunga e dolore del solito. Il paziente accusava fortissimi dolori che venivano scatenati anche da minimi movimenti. In un primo momento i medici di Villa Rosa non riuscivano a capire le cause del dolore che era insolito nel caso di un intervento di routine come quello di rimozione dello stelo.
Solo dopo aver interpellato il medico veneto si è capito che la causa era l’apertura della finestra nell’osso. Adesso per tutto quel dolore durato mesi, il paziente ha fatto causa civile tramite l’avvocato Sabina Zullo e chiedendo 100 mila euro.