Strongman, il caro-casette fa discutere
Il Comune ha triplicato gli affitti, mettendo in difficoltà associazioni e cooperative che sostengono l’evento con i volontari
ROVERETO. È polemica aperta sullo Strong Village, o meglio sugli affitti delle casette che durante i quatrro giorni della Strongman Run distribuiranno bevande e panini, che il Comune ha deciso di triplicare portandoli «a cifre di mercato» come ha spiegato l’assessore allo sport Mario Bortot: da 200 euro più Iva a 800 euro più Iva, cioè da circa 300 euro a circa mille.
Le casette sono aumentate di numero (gli anni scorsi erano 18, ora sono 26, ma una quota di queste verranno affidate gratis agli sponsor della gara, tra cui Rcs e Dolomiti Energia) mentre il numero dei partecipanti non è aumentato e - parole del sindaco Francesco Valduga -sarà difficile eguagliare i 5.600 iscritti dell’anno scorso. In altre parole, chi ha guadagnato lo scorso anno non è detto che guadagni le stesse cifre nell’edizione 2015. Ma il punto, secondo l’amministrazione, è che «lo Strong Village si deve pagare da solo.
Il Comune non può e non deve regalare un’occasione di lucro ai privati» spiegava l’altro giorno Bortot. Secondo l’ex assessore Luisa Filippi invece la ratio degli affitti “calmierati” doveva favorire tutte quelle associazioni, sportive e non, che forniscono supporto alla gara attraverso i propri volontari. I quali, in quanto volontari, non percepiscono un centesimo per il loro lavoro, ma perlomeno la loro fatica dà modo alla loro associazione di riferimento di guadagnare visibilità e al tempo stesso autofinanziarsi vendendo panini e bibite alla gara.
È chiaro che in questo caso invece si punta su un modello del tutto commerciale, dove chi vende paga un affitto triplicato rispetto al passato e sul servizio offerto desidera guadagnarci. Secondo Bortot, la stragrande maggioranza dei richiedenti è costituita da commercianti «con licenze di bar in centro» e quindi imprenditori che hanno un preciso interesse economico nel lavorare quattro giorni a servizio della Stromngman Run.
Ma non tutti quelli che hanno fatto richiesta per la casetta allo Strong Village sono commercianti. C’è anche la cooperativa sociale Iter, che è rimasta sorpresa dal caro-affitto. Per loro, che da 33 si occupano di accompagnare ragazzi disabili verso un reinserimento nella società attraverso la formazione e il lavoro, è dura accettare di essere trattati alla stregua di chi fa commercio “da professionista”, e lo stesso si può dire di altre associazioni sportive - sempre meno, perché i costi ora sono proibitivi per le più - che avevano richiesto una casetta per la Strongman.