Storo ogni fine settimana si trasforma in motodromo
Il caso. Le strade del paese e di tutta la valle del Chiese il sabato e la domenica sono invase dalle moto provenienti del Bresciano percorrendo, non sempre a velocità controllata, la Sp69
Storo. Nei fine settimana, principalmente il sabato, all'interno di Storo paese le moto sciamano numerosissime e spesso anche a velocità non certo limitata. Sopraggiungono per lo più dal versante lombardo percorrendo la provinciale numero 69 di Bondone e altre, seppur in numero inferiore, dalla statale. Transitano a gruppi di dieci, venti alla volta. Sfiorano auto e pedoni. Tanti poi anche gli stranieri, tedeschi in particolare. All'altezza del bar caffè Centrale, nel cuore di Storo, il traffico delle due ruote è piuttosto sostenuto. E chi si immette nel parcheggio deve stare molto attento perché lo spazio è poco e la visibilità assai limitata. Ma non solo. Gli stessi automobilisti devono fare i conti che sul medesimo marciapiede c'è sempre qualcuno che transita a piedi o in bicicletta.
A proposito di biciclette, serve pure per loro una regolamentazione più adeguata visto che spesso scambiano marciapiedi e attraversamenti pedonali alla stregua di una interminabile ciclabile. Uno dei punti nevralgici è sicuramente rappresentato quella parte di statale all'altezza dell'imbocco di via per Gac dove bici e mountain bike spesso non rispettano divieti e precedenze. Fortunatamente in quel crocevia per la campagna spesso c'è il maggiore Stefano Tava che con le sue pattuglie vigila su una situazione sem,pre a rischio.
Altro punto nevralgico, ancora a Storo paese, la stretta in direzione delle Piane dove all'altezza della fontana della contrada Spenigò il traffico spesso e volentieri si crea una specie di imbuto. Ma non è tutto. Da quel punto le moto si avviano alla volta del Bar Firi e lungo il successivo rettifilo dove il sabato e la domenica si vede di tutt e di più o e dove i limiti di velocità spesso vengono infranticome nulla fosse. Non parliamo poi della Val d'Ampola lungo il cui versante gli incidenti risultano a dir poco quotidiani. Ne sanno qualcosa sia gli ambulanzieri che Stefano Bertuzzi e Alessandro Giacco, rispettivamente comandante del corpo di polizia locale e numero uno del corpo dei vigili del fuoco volontari.
«Abbiamo predisposto servizi adeguati specie dislocando più pattuglie non solo in quella parte di paese che da verso il Palvico e quindi in direzione dell'Ampola, ma anche lungo l'altra statale del Caffaro all'altezza della rotatoria che ha come logo lo “Scaldabache”», dice Bertuzzi. Lo stesso comandante distribuisce a sorpresa i suoi uomini anche in direzione del bacino artificiale di Cimego o verso Sella Giudicarie dove la strada invoglia a sgommare.
Rispetto ad una volta molto meno timori tra Lodrone e Darzo dove i rispettivi abitati, pur non usufruendo di circonvallazioni, sono comunque fuori dal traffico anche perché le moto, una volta passato il Ponte sul Caffaro, girano subito alla volta dei Roc per poi sciamare su Storo e Val di Ledro.
Sono lontani i tempi in cui di domenica pomeriggio a vigilare su Darzo c’era il compianto pompiere Livio “Viola” Giacometti che, con uniforme e paletta, metteva ordine al traffico e salvaguardava la situazione dei paesani davanti alla casa dell'ispettore didattico Albino Beltrami.