Stipendi, anche in Trentino la paritàtra uomo e donna resta un'utopia

Lo dimostrano i dati diffusi dal Comune, secondo cui gli uomini guadagnano il 70% in più delle donne: 29.226 contro 17.178 euro di reddito imponibile medio. Superare questa barriera è l’impegno della consigliera di parità, Eleonora Stenico e di tutti i comitati che si battono per garantire le pari opportunità


Luca Marognoli


TRENTO. Lo chiamano soffitto di cristallo perché è una barriera invisibile ma difficilmente superabile. Una barriera fatta talora dal pregiudizio (è il caso del cliente che sceglie l’avvocato uomo), ma soprattutto da motivi culturali, che lasciano la donna sola a occuparsi della casa e dei figli. Una barriera che incombe su tutte ma che il Trentino cerca di scalfire, o quantomeno di sollevare.
E’ l’impegno della consigliera di parità, Eleonora Stenico, e di tutti i comitati che si battono per garantire le pari opportunità. Cosa molto più facile a dirsi che a farsi. Tra chi è in prima linea in questa battaglia c’è la consapevolezza che vincerla è un’impresa, forse una chimera. Lo dimostrano i dati diffusi dal Comune, secondo cui gli uomini guadagnano il 70% in più delle donne: 29.226 contro 17.178 euro di reddito imponibile medio. Dati che spaventano nel profondo nord di Trento, abituata a conquistare i primi posti nazionali come qualità della vita (che fa rima con parità). «Un soffitto di cristallo - dice la consigliera - ci impedisce di raggiungere posizioni apicali».
Ma perché una forbice così ampia quando la paga base, nel lavoro dipendente, è uguale? «Le differenze sono dovute al fatto che cambiano i salari accessori, dai premi di produttività e presenza all’indennità di mobilità. Queste voci vengono riconosciute ai maschi e non alle donne, dando per scontato che non riescano a realizzarlo. Questo però è discriminatorio: ricerche scientifiche dimostrano che nell’unità oraria la lavoratrice a part-time produce generalmente di più del lavoratore a tempo pieno». Un altro ostacolo consiste nell’organizzare corsi di aggiornamento il tardo pomeriggio, quando le donne sono impegnate ad andare a prendere i bambini a scuola.
C’è poi il pregiudizio: «Gli uomini, che detengono potere, tendono a far avanzare gli uomini. E questo risulta anche nel nostro Trentino, sia nel pubblico (dove c’è stato un parziale rimedio con la legge che prevede commissioni di concorso composte per almeno un terzo da donne), che nel privato. I livelli di inquadramento medio-alti sono ricoperti al 90% da maschi».
Ma la colpa non è solo e sempre dei capi. Nel lavoro autonomo, come l’avvocatura, «ci sono pregiudizi culturali per cui le donne vengono relegate a branche in cui si riceve un compenso inferiore. E’ la clientela che si rivolge all’uomo. Ma non è affatto detto che la donna sia meno preparata».

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