Stangata su Grisenti: un anno e sei mesi

Un anno e sei mesi per corruzione impropria e per avere favorito il fratello: sentenza pesantissima, in appello, per l'ex assessore Silvano Grisenti. Il sogno di un ritorno in politica si allontana forse definitivamente



TRENTO. L'ex assessore provinciale Silvano Grisenti è stato condannato in appello a un anno e sei mesi nell'ambito dell'inchiesta Giano Bifronte per corruzione impropria: una "legnata" per Grisenti che ha avuto un inasprimento di pena rispetto al primo grado, quando era stato condannato a quattro mesi. In appello è stato giudicato colpevole anche del reato di corruzione per avere favorito il fratello nell'attribuzione di alcuni incarichi.

La sentenza è stata emessa dopo sette ore e mezzo di camera di consiglio. Grisenti ha avuto anche un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici della durata di cinque anni: il suo ritorno in politica, a questo punto, appare quasi impossibile. Condannato anche Dino Leonesi (quattro mesi, era stato assolto in primo grado), e pure la società Autobrennero al pagamento di una multa di 50 mila euro.

La posizione di Grisenti, confermata per la corruzione impropria, nella sponsorizzazione di una società di pallamano, ha visto aggiungersi anche la corruzione propria, la tentata concussione e la truffa. La riforma parziale della sentenza di primo grado ha portato così a una condanna superiore a quella richiesta in primo grado, pari a un anno e quattro mesi, dai pubblici ministeri Pasquale Profiti e Alessia Silvi, che hanno rappresentato l'accusa anche nel secondo grado.

Per Grisenti la corte ha deciso anche l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, con sospensione della pena. La corruzione propria riguarda la variante per il casello autostradale di San Michele all'Adige, in Trentino, a favore dell'imprenditore Fabrizio Collini: un appalto al massimo ribasso per un edificio a risparmio energetico, che avrebbe portato una variazione di 350.000-400.000 euro sui costi previsti.

"Un adeguamento alla nuova normativa subentrata nel 2008" secondo i difensori. La tentata concussione gli è stata attribuita per i rapporti con il direttore del Consorzio di cooperative Ccc, Giorgio Benedetti. L'imputato, in veste di pubblico ufficiale, lo avrebbe minacciato di essere escluso dagli appalti futuri in Trentino. La truffa si riferisce infine a delle cene pagate per la società di gestione dell'A22.

Il processo d'appello per le presunte tangenti in appalti pubblici in Trentino ha visto condannati anche gli altri imputati. Confermata quella per Stefano Oberosler, titolare di un'omonima società, a 4 mesi, commutati in ammenda di 4.560 euro. Assolto invece in primo grado, è stato condannato in appello anche il dirigente provinciale Dino Leonesi, che ricopriva l'incarico di presidente dell'istituto Beato de Tschiderer, ex struttura vescovile per sordi per turbativa d'asta. La corte gli ha inflitto 4 mesi e 100 euro di ammenda, con pena sospesa.

Per l'Autobrennero spa, societa' di gestione dell'A22, assolta in primo grado, è arrivata infine la condanna per tentata concussione, definita come commessa attraverso quello che era il presidente, Grisenti. E' per 50 quote da 1.000 euro e col divieto di effettuare pubblicità per beni e servizi per due mesi.













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