Stalking fra vicini per il confine
Una coppia si era «armata» di telecamere per documentare gli episodi
TRENTO. Erano talmente spaventati da chiudersi in casa e sistemare delle telecamere per poter documentare quello che succedeva all’esterno della loro proprietà. E alla fine si sono rivolti a carabinieri e polizia per denunciare lo stalking di cui erano vittime. E la vicenda è così finita in tribunale. Siamo in Valsugana e tutto ha inizio per una questione di confine. Questione banale si potrà dire ma non è così visto che ci sono le denunce a raccontare di un clima che era arrivato - per la coppia che ha fatto querela - a ingenerare uno stato di ansia e di terrore. A processo sono finiti i fatti avvenuti e raccontati fra il marzo 2011 e il gennaio dello scorso anno. Ma c’era anche un precedente - del 2010 - in cui l’uomo della coppia sarebbe stato pesantemente picchiato tanto da dover ricorrere alla cure dei medici e di aver accumulato oltre 110 giorni di prognosi.
I fatti a processo vedono come imputati un’anziana madre e i suoi figli che vengono accusati di aver minacciato pesantemente la coppia. Minacce di ucciderli a forza di bastonate. E tutto questo, dalla ricostruzione che ne viene fatta, per una questione di confini. C’è stata in particolare una giornata in cui i due «gruppi» sono venuti in contatto più di una volta e chi ha poi sporto denuncia ha chiamato in soccorso la forza pubblica in un’occasione e la sera la coppia si è dovuta chiudere a chiave in casa. Il tutto con le telecamere che erano state posizionate in modo da poter riprendere quelle aggressioni che poi sono diventate parte sostanziale della denuncia per stalking. L’udienza è stata quindi rinviata all’estate.