Staffetta Avanzo-Kaswalder Pd e Upt stoppano il Patt

Panizza: «Il nostro accordo è chiaro». Ma gli alleati stanno con la presidente. Manica: «Non si piegano le istituzioni ad altre logiche, noi abbiamo votato lei». Passamani: «Normale che prosegua»


di Chiara Bert


TRENTO. «Noi abbiamo votato Chiara Avanzo, non abbiamo votato nessuna staffetta e siamo contrari a piegare le istituzioni a logiche che non le riguardano», avverte il capogruppo del Pd Alessio Manica. «La presidente ha tutta la nostra stima e per noi è normale che continui lei», dice il capogruppo dell’Upt Giampiero Passamani. Gli alleati mettono le mani avanti e stoppano il Patt sull’ipotesi di una staffetta tra Chiara Avanzo e Walter Kaswalder alla vicepresidenza del consiglio regionale. Il 30 maggio, nella prima assemblea della legislatura a Bolzano, si eleggeranno presidente e vice per la seconda parte della legislatura, e per l’alternanza tra Trento e Bolzano l’attuale vicepresidente Thomas Widmann (Svp) prenderà il posto di Avanzo. Un accordo interno al Patt siglato nel 2014 prevede che alla vicepresidenza subentri Kaswalder, terzo degli eletti per preferenze.

Il messaggio della presidente, dalle colonne del Trentino di domenica, detto con il low profile che la contraddistingue, è arrivato forte e chiaro: vorrei proseguire il mio lavoro, la logica delle staffette per placare gli animi «fa parte di una politica che fatico a comprendere». Nel Patt non hanno apprezzato, tutt’altro. Il segretario Franco Panizza ieri ha commentato così: «Non mi pare che Avanzo abbia stoppato Kaswalder, c’è una dimensione politica che non compete a lei affrontare. La posizione del Patt è sempre stata chiara, c’è un ragionamento interno fatto a suo tempo che rimane valido. Avanzo non ha mai posto condizioni, se lo farà la ascolteremo. E le valutazioni che saranno fatte nella coalizione regionale non competono a me». Il neocapogruppo provinciale Lorenzo Ossanna resta più che abbottonato: «Non penso ci siano grossi problemi, abbiamo ufficio politico, faremo un ragionamento e il risultato dipenderà anche dal confronto con le altre forze politiche». Ma nella riunione dell’ufficio politico del partito ieri il tema è stato curiosamente ignorato: neanche un accenno all’intervista di Avanzo che pure domenica aveva surriscaldato gli animi. Kaswalder, che è parte in causa, preferirebbe non commentare: «Il gruppo ha firmato un accordo, lo hanno firmato tutti».

Ma gli alleati alzano una barriera. «Quando è stata eletta Avanzo abbiamo scoperto dai giornali di un accordo interno al Patt», spiega Manica, «e già lì io dissi chiaramente in aula che noi non votavamo nessuna staffetta, ma Chiara Avanzo. Anche in occasione del congresso del Patt, quando l’ipotesi è tornata a circolare, ho scritto al capogruppo per ribadire che il Pd non ritiene che questa carica vada spezzettata per risolvere equilibri interni di un partito. Già la Regione è sottoposta a una staffetta per garantire l’equilibrio tra le due Province». «Infine - aggiunge Manica - pur con tutta la simpatia umana, politicamente non si può non notare che in questi due anni e mezzo Kaswalder ha espresso posizioni spesso borderline rispetto alla linea della maggioranza». Passamani conferma ad Avanzo «la stima di tutto il gruppo Upt»: «Questa è una carica che spetta al Patt, ma noi di accordi non sappiamo nulla, per noi è logico che continui lei fino al 2018».

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