Spuntano sei posti per i rifugiati che vivono in garage

Il Cinformi: «Proprio ieri accolte nuove domande di asilo». Procedure farraginose bloccate a Roma dalla burocrazia


di Giuliano Lott


TRENTO. É quasi ironico che a fare le spese della burocrazia italiano siano delle persone che dovrebbero godere di ben altro trattamento, data la loro condizione di rifugiati in attesa di asilo politico. Ma così è, come spiegano al Cinformi, l’ufficio che si occupa dell’accoglienza degli stranieri e in particolare dei richiedenti asilo. É di ieri il nostro servizio dedicato a una quindicina di loro, arrivati a Trento dai quattro ai sei mesi fa, e costretti a tirare a campare vivendo in un vecchio garage a ridosso dell’area ex Italcementi. Una situazione che ha dell’incredibile. «I loro casi sono stati già segnalati per tempo» risponde Pierluigi la Spada, direttore del Cinformi. «Chi da dicembre, chi addirittura da ottobre. Ma per l’accoglienza nelle strutture che abbiamo a disposizione dobbiamo attendere che tutto l’iter venga completato». In sostanza, il richiedente asilo deve innanzi tutto compilare il modulo C3 in questura, con il quale richiede l’avvio della pratica. Una volta ricevuto l’ok della questura, l’incartamento viene avviato a Roma al ministero. E a questo punto il richiedente asilo deve rassegnarsi ad attendere. «Il servizio è centralizzato - spiega La Spada -, non possiamo fare nulla fino a quando il ministero non risponde in maniera affermativa». Da qui parte l’assegnazione di un alloggio in una struttura convenzionata e di una modesta diaria, che permetterà poi al profugo di muoversi più liberamente e di cercarsi col tempo un lavoro. In Italia o in un altro paese della Comunità europea, ma con tutte le carte in ordine. Il paradosso è che ad oggi risultano accolti 69 rifugiati e c’è posto per altri 35. «Purtroppo - commenta La Spada - per avviare il percorso di inserimento è necessario l’ok del ministero. Proprio oggi (ieri, ndr.) è arrivato il comunicato dell’accoglimento della domanda di asilo per sei persone: quattro pakistani e un afghano. In più ci hanno assegnato altre sei stranieri che arriveranno dalla Calabria». Per sei di loro si profila finalmente un alloggio e un trattamento dignitoso. Gli altri dovranno aspettare. O nel fatiscente garage chiuso da un telo, o nelle grotte dietro alle ciminiere dell’ex cementificio.

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