Spese pazze, i gruppi hanno pagato 63 mila euro
Dopo la condanna da parte della Corte dei Conti i rappresentanti dei partiti hanno restituito al Consiglio i soldi che avevano incassato per cene e consulenze
TRENTO. Una vera mazzata. Una mazzata soprattutto perché è la prima volta. Alla fine i gruppi consiliari in Consiglio provinciale hanno pagato. Hanno restituito complessivamente al Consiglio 63.262,14 euro per le spese pazze sostenute nel 2013.
Lo spiega il presidente del Consiglio Bruno Dorigatti in una nota del 25 febbraio 2016 e inviata alla Sezione Controllo della Corte dei Conti. Dorigatti spiega che tutti i gruppi hanno versato il dovuto dopo che a fine novembre 2014 le Sezione Unite della Corte dei Conti avevano dichiarato irregolari parte delle loro spese sostenute nel 2013. La nota viene riportata nella delibera dello scorso 16 marzo della Sezione Controllo con cui si dichiarano regolari le spese del 2015.
Come si ricorderà, i rilievi mossi in primo grado dai giudici trentini riguardavano spese per oltre 100 mila euro. I Gruppi avevano fatto ricorso alle Sezioni Unite che, però, avevano accolto solo parzialmente le loro ragioni. In Particolare i giudici di secondo grado hanno dichiarato non assoggettabili al controllo le spese riferibili agli anni precedenti al 2013, dal momento che il controllo non era previsto dalle norme, e hanno dichiarato regolari le spese per redazione e stampa di pubblicazioni, le spese postali, telefoniche e di trasmissione dati, quelle per cancelleria e stampanti o libri e riviste o, anche, per l’acquisto di cellulari o di computer. Per il resto, però, le Sezioni Unite avevano confermato la delibera di primo grado e questo ha gettato nella crisi molti gruppi. A partire dalla Lega alla quale erano state contestate spese non rendicontate per 23.030 euro.
In particolare, si tratta di bonifici non collegati a spese non giustificate sul conto della K Street srl Ft 33-0130. Secondo i maligni, la recente disputa tra il segretario della Lega Maurizio Fugatti e il senatore Sergio Divina sarebbe legata proprio alla spesa sostenuta per restituire al Consiglio le spese contestate. Il segretario ha dichiarato di aver firmato una fidejussione personale per spese straordinarie e ha aggiunto che il partito ha alzato il costo della tessera con pensionati che versano 30 euro al mese per tenere le sedi aperte. Proprio la spesa sostenuta per aver rimborsato il Consiglio potrebbe aver fatto esplodere la guerra all’interno della Lega.
Tra le spese che secondo i giudici erano irregolari c’erano 94 euro pagati dal gruppo Amministrare il Trentino di Nerio Giovanazzi per cialde di caffè e bustine di zucchero.
Al gruppo misto erano state contestate spese irregolari per 14.698 euro. Tra questi c’era una consulenza da 6 mila euro a una ragioniera. Consulenza che è stata ritenuta irregolare. Non hanno passato il vaglio dei giudici le spese di rappresentanza per 1.100 euro. In questa somma c’erano fatture per pranzi e cene in alcuni ristoranti della città. Si trattava soprattutto di pasti per due persone. Contestati anche gli scontrini del Conad per l’acquisto di confezioni di acqua minerale. Al gruppo dell’Italia dei Valori sono stati contestati, tra le altre cose, 665 euro per l’acquisto di 100 agende con il logo del partito. La Lista Civica per Divina presidente ha dovuto rimborsare 9.068 euro per consulenze legali. Al gruppo del Popolo delle Libertà erano state contestate spese per 13 mila euro, ma in gran parte riferite al 2012 e quindi escluse dai giudici delle Sezioni Unite.
Al Pd in un primo tempo vennero contestate spese per 10.402 euro tra cui una consulenza da 1.300 euro. Per quanto riguarda il Patt è stata ritenuta irregolare la spesa di 11.379 euro per l’assunzione di un dipendente in più rispetto al limite stabilito dal regolamento del Consiglio.