TRENTO. Le spese di rappresentanza della Provincia sono passate da un importo di 220 mila e 500 euro del 2007 a 30 mila euro nel 2016. Per quanto riguarda l'anno corrente, il 2017, la somma si attesta a 10 mila e 700 euro (dato relativo a maggio di quest'anno). Un calo del 95%. Lo riferisce il presidente della Provincia Ugo Rossi, rispondendo ad un'interrogazione del consigliere provinciale della Lega Nord, Maurizio Fugatti.

Rossi, nella risposta, precisa che il Collegio dei revisori del conti ha chiesto e ottenuto i dati relativi al triennio 2008-2010 e del periodo dal 2014 al 2017 per valutare il contenimento delle spese, previsto dalla legge provinciale in materia del 1987. Rossi aggiunge inoltre che il Collegio non è entrato nel merito «di nessuna spesa specifica», riservandosi, nell'ambito della sua attività di controllo, «di procedere in futuro ad eventuali verifiche».

«Nel 2013, infine - ricorda il presidente - sono state eliminate le spese riservate, altra voce che contribuiva all'aumento dei costi di rappresentanza». Insomma al rappresentante del Carroccio interessava sapere quali fossero i dubbi dei revisori dei conti: «Esaminando copia dei verbali delle prime sedute del Collegio si rileva che testualmente si legge: “Il Collegio acquisisce la documentazione normativa sulle spese di rappresentanza e prende inoltre visione della tabella sull’evoluzione finanziaria delle spese di rappresentanza. Su tale argomento il Collegio si riversa di effettuare gli approfondimenti necessari”. Tale decisione parrebbe essere al momento l'unica in tal senso presa dal Collegio dei revisori in quanto su altre voci di bilancio ci sarebbe stato un sostanziale via libera» nota Fugatti. Ma Rossi ribatte che non c’era nessuna specificità .