Spacciavano agli studenti: 4 arresti
I carabinieri del nucleo operativo hanno segnalato al Commissariato del governo 32 consumatori, fra cui 21 minori
ROVERETO. «Portami le patatine». In realtà era «fumo». Sei mesi d'indagine “d'antan”, fra spinelli e scuole, quattro persone arrestate, cinque denunciate a piede libero, 32 segnalate al Commissariato del Governo. Ecco, in sintesi, il bilancio dell'operazione antidroga “Scuole sicure” conclusa dal nucleo operativo dei carabinieri della Compagnia comando di Rovereto. Ieri mattina, il comandante provinciale, colonnello Maurizio Graziani, ha presentato i risultati della «delicata indagine» di contrasto allo spaccio di stupefacenti tra i minori. Delicata per due motivi. L'età dei sospettati e l'ambiente nel quale si è svolta l'indagine, il mondo della scuola.
L'inchiesta. Siamo nel novembre 2012. Sul tavolo del comandante del nucleo operativo dei carabinieri, il tenente Andrea Pezzo, arriva una segnalazione: un genitore ha scoperto che il proprio figlio (di 16 anni) è in possesso di alcuni grammi di hashish. La madre è preoccupata. Non capisce come il figlio, studente e senza soldi in tasca, possa aver acquistato lo stupefacente. Il genitore però segnala la sparizione di qualche gioiello di famiglia (che oggi non è ancora stato rintracciato dai carabinieri). I militari dell'operativo avviano l'indagine, rispolverando vecchie abitudini: con servizi in strada, mescolandosi fra i ragazzi delle scuole, ma anche con intercettazioni telefoniche. I carabinieri ricostruiscono subito una serie infinita di contatti telefonici tra il minore e i suoi coetanei (tutti minorenni) che, “marinando” la scuola, si ritrovavano nei dintorni degli istituti scolastici per cedersi o fumare spinelli di hashish o marijuana.
Il presunto spacciatore. Tra i contatti più frequenti, sul telefonino del ragazzo compare il nome di Abdelali Sardi, 28 anni, tunisino, senza precedenti penali specifici. «La frequenza delle telefonate, il loro contenuto con linguaggio convenzionale, ed appositi servizi predisposti ci permettono di scoprire che si tratta del principale fornitore di stupefacente del minore», spiega il capitano Gianluca Galiotta. In manette, il Sardi.
Il cerchio s’allarga. L’indagine prosegue. I carabinieri scoprono altri consumatori di stupefacenti. Un altro minore (15 anni, italiano) finisce fra gli indagati, accusato di spaccio. A febbraio, i carabinieri lo bloccano con 40 grammi di hashish, appena acquistata a Trento. «Con il proseguire dell’indagine - spiega il tenente Pezzo - emerge che i due pusher minori, legati anche da stretta complicità, riforniscono in modo continuativo una moltitudine di coetanei (una trentina), con consegne, poco prima di entrare a scuola o poco dopo nei parchi (vicini agli istituti) o all’ingresso di alcuni istituti scolastici di Rovereto». Preziosa, in questa parte dell’inchiesta, della collaborazione con segnalazione di alcuni insegnanti, insospettiti dagli atteggiamenti e dalle frequentazioni dei propri alunni.
La fumeria in casa. «La scoperta più inaspettata avviene quando individuiamo un altro maggiorenne (Michele Monopoli, 27 anni, roveretano) che fornisce la propria abitazione come luogo dove i minori possono, anche fino a gruppi di dieci persone, consumare tranquillamente lo stupefacente, lontano da tutti», spiegano ancora i due ufficiali. In manette.
Le ordinanze. Acquisito sufficiente materiale probatorio, i pubblici ministeri Crepaz della Procura dei minori e De Angelis per quella ordinaria chiedono quattro ordinanze di custodia cautelare. I due minori finiscono in apposite strutture di accoglienza, i due maggiorenni a Spini di Gardolo. Ora Monopoli è ai domiciliari.
Avanti con le indagini. Oltre ai quattro arrestati, sono stati denunciati in stato di libertà, per alcune cessioni di stupefacente, altri 5 minori (tutti roveretani). Inoltre, le persone segnalate al Commissariato del governo sono 32 (di cui 21 minori). i carabinieri hanno sequestrato 70 grammi di hashish, 20 grammi di marijuana e quattro bilancini di precisione.
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