Sosat in Himalaya pensando a Nones

Parte la spedizione trentina in Nepal: nel gruppo giovani, pensionati e casalinghe


Marco Benedetti


TRENTO. Saranno 28 i sosatini che il prossimo 22 ottobre voleranno alla volta del Nepal. Lo faranno con nel cuore il volto di Walter Nones, alpinista scomparso proprio in Himalaya, sul Cho Oyu, che della Sosat era amico e per la quale aveva fatto anche alcune serate. «Non è escluso che lassù non si possa in qualche modo ricordarlo», dice il presidente Luciano Ferrari.
Quella proposta dalla Sosat è un'esperienza di un trekking "sociale" di 18 giorni, secondo lo spirito di Nino Peterlongo e degli altri fondatori. L'idea della spedizione - trekking in Nepal è nata all'interno delle iniziative per le celebrazioni dei primi 90 anni della Sezione Operaia della Sat, fondata il 7 gennaio del 1921. Una data storica per l'intero alpinismo italiano, perché segnava l'inizio della frequentazione alla montagna delle classi operaie e meno abbienti. Novant'anni fa erano i prati del Bondone, il Lago di Santa Colomba, la Paganella, il Gruppo di Brenta le mete delle gite sociali della Sosat, e con lo stesso spirito la Sosat si appresta ora a portare i suoi soci ai piedi dei giganti himalayani, mentre i più preparati del gruppo "alta montagna" tenteranno di salire una vetta di tutto prestigio come l'Ama Dablam 6848 metri, dalla normale della cresta sud ovest. Luciano Ferrari, il neo presidente della sezione operaia, illustra il programma. «Abbiamo voluto dare la possibilità ai nostri soci, a degli amici, di vivere un'esperienza diversa, di alta quota. Partiremo il 22 ottobre per Kathmandu in 28, più della metà sono soci, a cui si sono aggiunti alcuni satini di Rovereto, altri amici di Verona e Brescia con cui abbiamo condiviso l'esperienza di trekking in Himalaya; il più anziano partecipante sarà Marco Endrizzi, 66 anni; sono invece 7 le donne, e 3 di loro sono inserite nel gruppo che salirà l'Ama Dablam. I primi 17 giorni saranno dedicati al trekking al termine del quale 8 rientreranno in Italia mentre i 20 che resteranno in Nepal si divideranno in due gruppi 10 punteranno all'Island Peak, gli altri 10 all'Ama Dablam». Ad accompagnare il gruppo degli alpinisti di punta ci sarà anche Maurizio Giordani, che ha messo a disposizione la sua esperienza (circa 65 tra spedizioni e trekking in Nepal) per tutto quanto riguardava la logistica dell'intera spedizione. «Sull'Ama Dablam, spiega Giordani, ci muoveremo in cordate di 2-3, avremo anche 2 guide sherpa e saliremo in uno stile strettamente alpino. Metteremo due, forse tre campi: la salita non è difficile, ma è impegnativa perché la cresta è comunque lunga». Non solo. «Tutti i partecipanti - precisa Ferrari - si porteranno un bagaglio rigorosamente entro i 20 chili concessi dalle compagnie aeree, senza cose superflue, come se facessimo una vetta nelle Alpi».













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