Slitta ancora la conversione della Pasina
Sta per scadere la quarta proroga, ma a quanto pare l’iter burocratico da parte della Provincia non è stato completato
ROVERETO. Chi ha fatto il militare lo sa benissimo: è quando si inizia a contarli, che i giorni diventano interminabili. Per la vicenda Pasina probabilmente l’errore è stato proprio dare un termine. La fine di luglio, si era detto a inizio estate. Un paio di mesi che di colpo erano sembrati eterni anche a chi con la puzza conviveva da anni. Quando poi allo scadere del mese si era parlato di una proroga di una decina di giorni, quella «coda» era parsa ancora meno sopportabile. E soprattutto, lo scetticismo (tratto caratteristico del roveretano medio quanto la «o» chiusa e la esse pesante) ha iniziato a trasformarsi in sarcasmo.
Allo scadere del 10 agosto, con l’impianto di compostaggio in piena attività, notizie ufficiali non ne sono nemmeno arrivate. Si va avanti, diceva l’assessore Daicampi, fino al completamento dell’iter burocratico e di finanziamento della conversione. Tutto in mano alla Provincia, sia le pratiche che i soldi. Rovereto quello che doveva fare l’aveva fatto per tempo, ma a Trento era stata evidentemente sottovalutata la complessità dei diversi passaggi. Quanto sottovalutata? «Non ci sono date ufficiali - aveva risposto Daicampi - ma dalla giunta provinciale abbiamo avuto rassicurazioni che stanno facendo tutto il possibile. E che per la fine del mese ogni problema deve essere superato».
Mancano 3 giorni ormai, e, complice forse la bassa pressione, mezza città sta vivendo in apnea. Perché la puzza, effettiva o percepita che sia, negli ultimi giorni è parsa insopportabile. Ieri mattina in zona Millennium scendere dalla macchina era una punizione divina. Ma soprattutto, si spargeva a macchia d’olio la “voce” che nemmeno la terza proroga sarebbe stata sufficiente e che a questo punto si andrebbe alla fine di settembre. Allarmismi ingiustificati, esagerazioni? Solo in parte. In verità alla amministrazione roveretana non sarebbero arrivate comunicazioni di sorta. Se non la conferma ufficiosa che l’ormai stantio «iter burocratico e di finanziamento» non è ancora stato completato. Finchè non avrà in mano autorizzazioni, prescrizioni e soldi, Pasina non partirà con la conversione dell’impianto. E finchè non parte la conversione, continua a lavorare come sempre residuo umido e sfalci compostandoli.
Tutto chiaro e anche comprensibile: è una impresa sul mercato e deve rispondere anche a logiche economiche per restarci. Meno comprensibile come chi deve sbrigare una pratica, per complessa che sia, possa sbagliarsi sui tempi in modo così clamoroso. Comunque il quadro è questo: non ci sarebbero dubbi sulla conversione e la fine della puzza. Ma quando, pare, nessuno può dirlo con ragionevole certezza.(l.m)