Sindacati ancora divisi sulla proposta aziendale
TRENTO. I sindacati arrivano divisi all’assemblea di questa mattina. Per Fisascat Cisl e Ulitucs, il punto di caduta al quale si è arrivati è un compromesso accettabile, considerando che si...
TRENTO. I sindacati arrivano divisi all’assemblea di questa mattina. Per Fisascat Cisl e Ulitucs, il punto di caduta al quale si è arrivati è un compromesso accettabile, considerando che si salverebbero 56 posti di lavoro e che darebbero 400 mila euro in più a chi resterà a casa. Per la Filcams Cgil, invece, i criteri di scelta dei licenziati sono ancora troppo arbitrari e soggettivi, manca chiarezza sull’esternalizzazione del lavoro, soprattutto quello del magazzino, e manca ancora un piano industriale chiaro. In una nota, Roland Caramelle della Filcams spiega: «I sottocriteri tecnico organizzativi e produttivi rimangono estremamente arbitrari e discrezionali.E' insufficiente l'incentivo proposto. Non vi sono garanzie inoltre sul mantenimento delle operatività interne oggi svolte dai dipendenti Sait e quindi di non procedere a ulteriori appalti di servizi riportandone il peso complessivo al periodo antecedente la Cigs. La cooperazione ha definitivamente abbandonato il proprio tratto distintivo, optando per il modello delle SPA, incurante del destino di chi si troverà senza lavoro in un mercato del lavoro spogliato di diritti fondamentali». Dal canto loro, Walter Largher della Uil e Lamberto Avanzo della Cisl rispondono: «C’è moderata soddisfazione per la definizione di una ipotesi di accordo presso il servizio lavoro della Pat che prevede che complessivamente gli esuberi si attestino a 60! Fondamentale la presenza della Federazione Trentina della Cooperazione che ha esposto un piano sociale occupazionale che prevede servizi di assistenza e la garanzia di una consistente ricollocazione degli esuberi. Si ritiene importante avere ulteriormente “limato” le proposte aziendali».