bypass ferroviario

«Si scava nel sito più inquinato d’Italia senza un piano del rischio sanitario»

La risposta del direttore di Apss Antonio Ferro lascia sconcertata la “Rete dei cittadini” di Trento Nord, che chiedeva un accesso agli atti


Luca Marsilli


TRENTO. Sono passati due mesi da quando due residenti nella zona di Trento Nord, col presidente della circoscrizione Centro Claudio Geat e con Martina Margoni a nome della Rete dei Cittadini, avevano presentato una formale richiesta di accesso agli atti e alle informazioni in possesso dell’Azienda Sanitaria sulle misure di sicurezza adottate o che si adotteranno durante la realizzazione del bypass ferroviario.

Guardando non solo e non tanto alla sicurezza dei lavoratori, ma soprattutto a quella dei residenti nell’area circostante il cantiere e nell’intero Trentino, atteso il rischio che uno scavo nei terreni inquinati di Trento Nord possa provocare una catastrofe ambientale, facendo finire nella falda acquifera piombo tetraetile e altri inquinanti. Il ragionamento dei firmatari era che un intervento di questa portata e con questi pericoli non può non essere oggetto della massima attenzione da parte di chi ha nella prevenzione di danni alla salute pubblica una delle proprie ragioni di esistere.

E che quindi devono esserci dei piani di monitoraggio, prima, durante e dopo i lavori, e dei piani di intervento in caso del malaugurato verificarsi di una catastrofe che in verità i contrari al progetto danno per scontata. Con queste premesse, chiedevano di essere informati nel dettaglio in nome del loro diritto alla conoscenza degli atti della pubblica amministrazione. Due mesi dopo, appunto, arriva a firma del direttore Antonio Ferro una risposta che è di fatto un doppio no. No, non ci sono piani o documenti di valutazione rischi realizzati dall’azienza sanitaria, perché non sono di sua competenza. E no, anche prescindendo dalla presentazione in forma non corretta dell’istanza, non esiste un diritto di accesso agli atti interpretato nel senso di «controllo dei cittadini di ogni passaggio della pubblica amministrazione», ma solo in tutela di precisi e puntuali interessi, concreti e immediati, di specifiche persone. Con corposa e unanime giurisprudenza a chiarirlo e confermarlo.

Una risposta che associazioni e cittadini trovano semplicemente inaccettabile. «I cittadini - è la loro reazione - chiedevano quali attività di prevenzione APSS stia predisponendo rispetto ai rischi per la salute derivanti dalle attività cantieristiche, di quali documenti sia in possesso, e quali atti intenda adottare. Nel dibattito pubblico, infatti, si discute da tempo dei rischi connessi al cantiere e agli scavi in aree contaminate, con ogni probabilità, da piombo tetraetile e da idrocarburi policiclici aromatici. La risposta contiene in gran parte astruse considerazioni giuridiche relative alla modalità di presentazione della richiesta e all’interesse dei richiedenti. Lungi dal raccogliere le preoccupazioni sottese alle richieste di chiarimento, si accusano i cittadini di contribuire al rallentamento dell’azione amministrativa.

Alla fine del testo, però, un’informazione c’è: APSS non ha predisposto un piano di prevenzione del rischio per la salute e non ritiene di avere competenza in materia. Quindi, se per una qualsiasi evenienza, dal cantiere partisse una contaminazione da piombodell’aria o dell’acqua, APSS non disporrebbe di alcun piano specifico di contenimento del danno alla salute! Nell’esercizio del più classico rimpallo di responsabilità, i cittadini vengono quindi invitati a rivolgersi all’Osservatorio in materia ambientale e di sicurezza del lavoro istituito dalla Provincia. Le notizie di questi giorni hanno però ampiamente dimostrato che l’Osservatorio non è in grado di ottenere informazioni precise, credibili e tempestive dagli enti che hanno un reale potere decisionale. Le delibere istitutive dell’Osservatorio dimostrano inoltre che si tratta di un ente di coordinamento che non può esercitare alcun potere in materia di salute pubblica e di prevenzione del rischio.

APSS non può assolvere le proprie responsabilità di prevenzione del danno alla salute demandandone l’esercizio ad un ente senza poteri. Ricordiamo che il cantiere è già operativo e che non è stata ancora fornita alcuna informazione credibile su quando e come verrà effettuata la caratterizzazione ambientale dei terreni inquinati di Trento Nord. Per parte nostra continueremo a stimolare l’azione degli enti pubblici sperando di indurli ad esercitare le loro competenze. Ci riserviamo quindi di adottare, nei confronti di APSS e di tutti gli enti competenti, ogni azione volta a favorire la tutela del diritto alla salute dei cittadini di Trento».













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