Si è spenta a 97 anni Margarethe Fuchs, una vita per la Forst
Presidente dal 1989, con lei le donne al potere in azienda Oggi la Spa è guidata dalla figlia. Le esequie in forma privata
MERANO. Era la gran dama dell'industria birraria italiana. All'età di 97 anni è scomparsa Margarethe Fuchs, donna di tempra e di ampia cultura, alla guida della Forst dal crepuscolo del secolo scorso fino ad epoca recente, quando ha lasciato le redini dell'impero alla figlia Margherita, quarta generazione di una famiglia che continua a segnare la storia, non solo economica, di un territorio nel quale getta in profondità radici aziendali risalenti al 1857.
La notizia del lutto s'è diffusa solo ieri quando si sono tenute le esequie in forma privata, alcuni giorni dopo il decesso velato dalla discrezione della famiglia, quella in senso stretto e quella allargata dei dipendenti. Chi la conosceva la dipinge come una figura decisa, magari autoritaria, dalle spiccate capacità imprenditoriali. Un'immagine dietro alla quale celava curiosità intellettuale, l'amore per le cose belle e l'antiquariato in particolare, una generosità mai esibita ma riconosciuta dai tanti che per lei avevano lavorato o che vi avevano intessuto rapporti professionali. Nata a Innsbruck nel 1918, Margarethe Fuchs assunse la presidenza dell'azienda di Foresta, territorio comunale di Lagundo di cui avrebbe ottenuto la cittadinanza onoraria, nel 1989 alla morte del marito, l'ingegner Luis. In lei si identifica la “svolta matriarcale” nella cabina di regia della Forst lasciata poi alla figlia, ora affiancata dalle nipoti di Margarethe.
Eredi di un'epopea che comincia oltre 150 anni fa quando due imprenditori locali, Johann Wallnöfer e Franz Tappeiner, avviano a Foresta l'impresa birraria rilevata sei anni dopo, nel 1863, da Joseph Fuchs che, con il sostegno della moglie Filomena, dà impulso all'attività. Che fiorisce solidificando la piattaforma, anche attraverso diverse acquisizioni, su cui poggia l'ulteriore crescita dell'azienda avvenuta con il subentro del figlio Hans, il quale ne detiene la guida fino al 1917 lungo un periodo in cui, complice il migliorato quadro economico generale, la Forst s'impone sui mercati. Fanny, la moglie di Hans, rappresenta l'anteprima in rosa della conduzione attuale.
Gestisce l'impresa per una quindicina d'anni, fino al 1933, prima di cedere il testimone al figlio Luis Fuchs che vi rimarrà, pilotando la Forst alla crescita definitiva, sino al passaggio alla moglie Margarethe che ci riporta all'attualità di una gestione tutta al femminile. Ovvero, quella che ha dovuto fare i conti con i mutamenti epocali del panorama birrario nazionale e internazionale, sfociati nella concertazione delle proprietà dei marchi in poche multinazionale quali Sab Miller, InBev, Heineken, Carlsberg.
Un business che ha fagocitato i birrifici industriali italiani, al punto che Forst (alla quale appartiene anche la Menabrea di Biella, altro storico birrificio) rappresenta l'ultimo grande brand indipendente dello stivale. La capacità di saper resistere all'ingordigia dei colossi è passata attraverso rinnovamenti e investimenti, basti pensare alla nuova sala di cottura realizzata quattro anni fa che ha aumentato la capacità produttiva a 900 mila ettolitri annui (circa 700 mila la produzione del gruppo) riducendo i fabbisogni energetici, ma anche alle vivaci campagne sui media cartacei e televisivi nazionali.
Dinamismo manageriale che non ha intaccato lo spirito di fedeltà alle origini: emblema ne sono la promozione che lega l'immagine al paesaggio naturale alpino oppure le sedi di varie fasi produttive che, nello stabilimento all'imbocco della strada per la Venosta, si svolgono in edifici dallo stile tirolese, ben diversi da anonimi insediamenti industriali. Oggi Forst è un'azienda che fattura 130 milioni di euro all’anno, per una produzioni pari a circa il 5% della torta nazionale e vendite all'85% destinate all'Alto Adige. Con un management in rosa dalla filosofia alla cui definizione ha contribuito con forza Margarethe Fuchs, gran dama dell'industria birraria.