Sgomberato dai vigili il rifugio degli accattoni a Riva

L’edificio vicino alla Casa Rossa liberato da polizia municipale e operai comunali



RIVA. «Via di qua. E' privato!». Questa l'incredibile (ma decisamente comica) frase che ha dovuto sentire con le sue orecchie un rivano, che sabato mattina – indispettito dalla presenza di escrementi umani sulla spiaggetta che precede l'edificio – ha “osato” bussare alla porta della casetta che un tempo, in caso di siccità, ospitava le pompe per immettere acqua del lago nell'acquedotto rivano. Si tratta di un piccolo fabbricato in disuso, posto al termine del lungolago D'Annunzio ben oltre la Casa Rossa: fabbricato che naturalmente è di proprietà pubblica, ma che ormai da un paio d'anni – l'estate – viene regolarmente usato abusivamente come dormitorio da tre-quattro pseudo-artisti di strada (in realtà accattoni). Il nostro rivano, bussando alla porta, aveva intenzione di chiedere agli inquilini di non lordare la spiaggetta posta a pochi metri di distanza, così almeno da consentire – durante il giorno – di fare il bagno in un ambiente pulito (oltre che bello: la spiaggia, fuori dalle rotte turistiche, è un gioiellino conosciuto soltanto da gardesani doc).

Dev'essere stata proprio la stucchevole risposta data dall'occupante della casetta – risposta che ha fatto il giro di Riva rimbalzando di sicuro anche in Municipio - la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per dare anche una risposta alle ripetute proteste, apparse sul nostro giornale, lunedì mattina c'è stato “il blitz”. Un paio di agenti della polizia locale, assieme ad altrettanti operai del cantiere, si sono presentati all'uscio della casetta, si sono fatti aprire dagli occupanti ed hanno intimato agli stessi di sloggiare con tutti i loro miseri averi, accatastati nella casupola in un'atmosfera di assoluto degrado. Un paio di tendine da campeggio, vecchie valigie, vestiti ammuffiti e altre cianfrusaglie se ne sono quindi andati altrove con i loro proprietari. Non è escluso che in quattro e quattr'otto abbiano trovato un'analoga sistemazione di fortuna (magari sotto il tetto cadente all'ex Falegnameria Cattoi, a ridosso del lungolago di viale Rovereto, dove già è stato segnalato l'accampamento di altri poveracci), ma almeno la spiaggetta a sud della Casa Rossa – ripulita dali operai mentre i vigili procedevano allo sfratto – è tornata una bellezza naturale fruibile dai rivani e dai turisti. Prima faceva pena. (s.m.)

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