Sfiducia al sindaco, Scalfi&co prendono tempo
I quattro consiglieri di Insieme Trento annunciano: «Ci esprimeremo la prossima settimana»
TRENTO. Le minoranze in consiglio comunale chiedono le dimissioni del sindaco Alessandro Andreatta, sull’onda della vittoria del centrodestra alle elezioni politiche? La mozione di sfiducia presentata dalla Lega Nord, dai 5 Stelle, Lista Civica e Forza Italia che sostiene che il sindaco non ha più la maggioranza, visto che il centrosinistra ha ottenuto alle politiche il 32 per cento, non sembra però preoccupare Andreatta. Al “Trentino” ha infatti dichiarato che se si dovesse considerare il voto del capoluogo, che un peso pur ce l’ha, la sua maggioranza ha retto. «Sia la candidata Franzoia - ha precisato Andreatta - che il senatore Panizza sarebbero stati eletti e se tutti i sindaci del Pd in Italia dovessero dimettersi, ce ne sarebbero 3 o 4000 senza governo». Rimane un’incognita però, quello che decideranno di fare i quattro consiglieri di Insieme Trento, il gruppo formato da Vanni Scalfi, Corrado Bungaro, Silvio Carlin e Alberto Salizzoni. A precisa domanda di come si comporteranno sul voto della mozione, Scalfi che è il capogruppo di Insieme Trento ha risposto che ufficializzeranno la loro posizione la settimana entrante, con un comunicato. Par di capire perciò, che il loro sostegno al sindaco non è scontato.
I firmatari della mozione di sfiducia sono 13 (6 della Lega, 1 di Forza Italia, 3 della Civica e 3 dei 5 Stelle), mentre non sembra al momento che Eugenio Oliva (Pt) che Antonia Romano (L’Altra Trento) siano della partita. Determinante sarà allora la posizione dei quattro consiglieri di Insieme Trento, con il voto dei quali si arriverebbe a quota 17 contrari.