Servizio civile, partenze congelate

Sospeso il bando nazionale: bloccati anche decine di volontari trentini



TRENTO. Ci risiamo. Come già a fine novembre, in questi giorni il servizio civile nazionale è paralizzato. Allora era avvenuto per i tagli introdotti dalla Legge di stabilità, ultimo atto del governo Berlusconi, che aveva ridotto di un terzo i finanziamenti per il triennio 2012-2014, scatenando una vera e propria corsa da parte degli enti per accaparrarsi i volontari del primo scaglione di gennaio. Oggi invece il motivo è giuridico: un'ordinanza del Tribunale di Milano (sezione lavoro) che ha accolto il ricorso Shahzad Syed, studente pakistano di 26 anni residente in Italia, contro la sua esclusione.

Per svolgere servizio civile volontario, dice la legge, serve la cittadinanza italiana. Ma per il giudice si tratta di una previsione discriminatoria. Risultato: ordinanza di sospensione del bando per la selezione di 10.481 volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia e all'estero, pubblicato lo scorso 20 settembre, stop alle procedure di selezione e richiesta di modifica dello stesso bando togliendo il requisito della cittadinanza, consentendo così l'accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia. La Presidenza del Consiglio dei ministri, presso cui è incardinato il Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione al quale, con l'avvento del governo Monti, fa capo l'Ufficio nazionale per il servizio civile, lo ha fatto giovedì scorso: ora dovrà fissare un nuovo termine per la presentazione delle domande.

Il problema riguarda solo in parte il Trentino, dove è attivo anche un servizio civile provinciale  che prevede possibilità di accesso anche a cittadini stranieri, purché residenti in provincia da almeno due anni. E infatti vi fa capo la maggior parte dei volontari, circa 200 all'anno. Poi però c'è la quota assegnata al Trentino nell'ambito del riparto nazionale dei posti finanziati: per quanto riguarda il bando ora sospeso, si trattava di una ciquantina di posti. E solo una parte di questi, dall'inizio dell'anno, aveva fatto in tempo e prendere servizio prima di giovedì scorso. «Sì, è tutto sospeso anche qui: un disastro», conferma Sara Guelmi, direttrice dell'Ufficio servizio civile della Provincia, che si fa carico della valutazione preventiva dei progetti e delle richieste degli enti anche per la parte nazionale.

I disagi non sono di poco conto: si tratta infatti di giovani che avevano programmato da tempo un anno della propria vita (tanto dura il servizio civile), magari rinunciando anche a proposte di lavoro. E infatti la protesta si è subito allargata a macchia d'olio. In rete è anche presente una petizione, che sta raccogliendo migliaia di sottoscrizioni: «Questa situazione comporta la mancanza di personale negli enti aderenti ai progetti e si negherebbe un esperienza lavorativa e di crescita ai giovani italiani - si legge nel documento - vogliamo che ci venga assicurato l'inizio del servizio civile; molti ragazzi hanno sostenuto spese di viaggio per recarsi nei luoghi dove sono avvenute le selezioni, molti hanno rinunciato ad oppurtunità di lavoro e molti sono nell'età limite per poter accedere a tale servizio. Vogliamo solo godere dei nostri diritti».

L'attesa non si annuncia breve: il ministero ha infatti proposto appello all'ordinanza milanese e i tempi della giustizia sono quelli che sono. Per questo, contestualmente alla richiesta di un esame di secondo grado, è stata avanzata anche un'istanza urgente di sospensione degli effetti della sentenza: una pronuncia favorevole permetterebbe di riprendere gli avvii al servizio. E per ottenerla, assieme alle ragioni del ricorso sono state allegate centinaia di e-mail inviate in questi giorni dai volontari per illustrare quanto siano pesanti i disagi provocati dalla decisione del giudice.













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