«Sergio e Luisa, innamorati fino alla fine»
Il giorno dopo la tragedia di Fai della Paganella, il paese attonito si interroga su quanto accaduto
FAI DELLA PAGANELLA. Il giorno dopo la tragica morte di Sergio Cini (di 85 anni) e della moglie Luisa Zardo (di 87 anni) la comunità di Fai della Paganella si è svegliata sotto un sole invernale velato d’incredulità e tristezza. D’incredulità perché, in molti, hanno constatato come eventi drammatici che si leggono sui giornali possano verificarsi anche nel proprio paese, riguardando il vicino di casa, persone che s’incontrano ogni giorno, lungo la strada, in negozio, al bar, per i quali diventa difficile immaginare che situazioni di disagio possono trasformarsi anche in atti tragici.
Di tristezza perché in paese, in chi li conosceva, i due anziani coniugi hanno lasciato il ricordo di due persone gentili, riservate e profondamente innamorate. Questo loro amore era visto con tenerezza, un sentimento percepito forse con maggiore intensità quando si tratta di persone anziane. «Il signor Cini – racconta Maria Grazia Catanzaro, titolare della farmacia del paese e proprietaria di una casa che si trova di fronte a quella dove sono morti i due anziani coniugi – parcheggiava sempre la sua auto di fronte al cancello dell’abitazione, dove si poteva notare per tutto il giorno. Ma durante il periodo in cui la signora si trovava ricoverata nella struttura di cura di Mezzolombardo, quell’auto si vedeva solo la sera tardi, perché il signor Cini partiva la mattina molto presto per trascorrere tutto il giorno insieme alla moglie che non lasciava mai sola. Quando veniva in farmacia e gli chiedevo come andasse, lui rispondeva sempre con gentilezza e pur non nascondendo il peso della stanchezza e della sofferenza per la grave malattia della moglie, dimostrava sempre una profonda compostezza e dignità. Ecco, il ricordo che ho di loro è di due persone riservate e teneramente innamorate. Episodi tristi come questi dovrebbero, però, farci riflettere sul perché si possono verificare, soprattutto oggi che viviamo in una società sempre più interconnessa, ma dove molte persone si sentono forse più sole di prima di fronte a situazioni difficili della vita».
Anche Marino Clementel che per tanti anni ha svolto il lavoro di postino a Fai della Paganella, ricorda i due anziani coniugi come due persone sempre gentili. «Non li conoscevo bene, i nostri rapporti si sono sempre limitati al buon giorno e alla buona sera di quando ci s’incontra lungo la strada, ma ricordo che quando svolgevo l’attività di postino e consegnavo loro la posta mi accoglievano sempre con gentilezza e con un sorriso. Il signor Cini era una persona squisita nel vero senso della parola, molto riservato, sia per quanto riguarda la propria vita privata, sia per quella degli altri».
Un ricordo analogo lo racconta Renzo Mottes, insieme alla moglie Manuela, gestore del distributore di carburanti di Fai della Paganella e già titolare dell’autofficina di famiglia, fondata dal padre Luigi, detto Beppin. «Sergio Cini – riferisce Renzo Mottes - era nostro cliente da tanti anni, già ai tempi di mio padre. Iniziò a portare da noi la sua auto già quando frequentava Fai da turista, poi trasferendosi a vivere qui, il rapporto di clientela si è naturalmente intensificato. Era sempre gentile, ha sempre avuto atteggiamenti amichevoli, scambiavamo anche qualche simpatica battuta quando veniva a fare benzina».
«Era una coppia molto unita – aggiunge la moglie di Renzo, Manuela – in questi ultimi tempi, ho visto spesso il signor Cini salire e scendere da Fai con la sua macchina per raggiungere la moglie ricoverata nella casa di cura dove non l’ha lasciata mai sola. Sebbene soffrisse per la grave malattia della moglie e fosse anche stanco, lo diceva sempre senza farlo pesare agli altri».
Anche Luciano Mottes, incontrava spesso Sergio Cini la mattina dal panettiere e altrettanto sovente lo vedeva transitare, insieme alla moglie, con l’auto, a velocità ridotta, lungo la via principale che attraversa la contrada degli Ori, dove la strada fiancheggia la Paganella e i boschi di abeti che si affacciano sulla Valle dell’Adige e da dove, in lontananza, si può ammirare la linea dell’orizzonte sagomata dai profili delle vette del Lagorai. Panorami che Sergio e Luisa, con quella lenta passeggiata in auto, hanno contemplato forse tante volte, lasciandosi trasportare nei ricordi della loro vita.