Scritte neonaziste sulla lapide del partigiano Manci
Brutta sorpresa per i vertici dell'Associazione partigiani di Trento. Ignoti hanno fatto delle scritte neonaziste sotto la lapide che ricorda Gianantonio Manci, nel centro storico del capoluogo
TRENTO. «Evidentemente abbiamo una cellulare neonazista anche in Trentino, così come ci sono in Alto Adige». Ad affermarlo è il presidente della sezione trentina dell'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), Sandro Schmid, dopo due ritrovamenti in centro a Trento di stamattina.
La scritta "Lode al vile", con caratteri ispirati a quelli runici, al centro di un oggetto che intendeva simulare uno strumento di tortura della Gestapo, è stata trovata accanto alla lapide di Giannantonio Manci a Trento, imprenditore, antifascista e partigiano italiano, eroe della Resistenza.
La riproduzione dello strumento di tortura è stata costruita con pallini ricavati dalla corona commemorativa deposta proprio ieri sotto la lapide, in occasione della ricorrenza della sua morte, il 6 luglio 1944. La corona stessa è stata ritrovata gettata a terra nell'adiacente piazza Cesare Battisti, nel centro di Trento. Un cartello, con lo stesso tipo di scrittura, è stato trovato invece sul cancello della sede della sezione cittadina dell'Anpi. In cima la scritta "Sez vigliacchi Trento", poi l'acronimo Anpi, sviluppato invece a formare la frase "A Noi Piace Imboscarci", con la firma "Eja", a riprodurre il noto slogan fascista, e "Ultima Tule", con le iniziali unite a crearne il simbolo.
A informare dei due ritrovamenti è stato lo stesso Schmid, che ha fatto notare, tra l'altro, come la firma del cartello si rifaccia alla Thule Gesellschaft (Società Thule), società segreta di estrema destra, che costituì il nucleo originario del partito nazista, nota all'esterno come Germanen Order.