Scivola per 250 metri muore musicista

Roberto Melini, 53 anni, docente da vent’anni al conservatorio Bonporti era con due amici sul Lagorai: tradito da un sasso, è deceduto sul colpo


di Mara Deimichei


TRENTO. Stavano scendendo verso valle quando - a 2.300 metri di quota - un sasso lo ha tradito. Un semplice sasso nel quale è inciampato ed è precipitato per oltre 250 metri lungo un ghiaione. Una caduta tragica e fatale per Roberto Melini, docente del conservatorio «Bonporti» di 53 anni. Inutile l’intervento dell’équipe dei sanitari dell’elisoccorso: per l’uomo non c’era nulla da fare.

L’allarme è arrivato alla centrale operativa del 118, attorno alle 13 di ieri pomeriggio. A chiamare per chiedere aiuto, Paolo Frassoni, presidente della sezione di Trento della Sat e amico di Melini. Lui non aveva potuto fare nulla per evitare la tragedia. «Roberto - racconta affranto Frassoni - era l’ultimo, noi eravamo qualche passo più avanti e abbiamo solo sentito l’urlo». Da Mattarello si è levato in volo l’elisoccorso provinciale che ha raggiunto il luogo della tragedia assieme agli uomini del soccorso alpino della stazione di Caoria. Una corsa contro il tempo che si è rivelata purtroppo inutile. I traumi riportati dal musicista (ma Melini era anche laureato in archeologia) erano stati fatali e l’uomo era morto sul colpo.

Ai carabinieri il compito di ricostruire l’accaduto anche se appare chiaro che si è trattato di una terribile fatalità che ha strappato alla vita un uomo entusiasta e pieno di passioni. Passioni che coltivava nel lavoro (con il suo corso di archeologia musicale al conservatorio), suonando il pianoforte ma anche percorrendo i sentieri di montagna. E da circa un anno a questa parte l’amore per la quota lo condivideva con Paolo Frassoni. «Era quasi un appuntamento fisso - spiega il presidente della Sat di Trento - ogni martedì facevamo un’escursione fra amici per passare una giornata in montagna camminando e chiacchierando».

Per la «gita» di ieri la scelta del trio (oltre a Melini e Frassoni c’era anche una donna) è andata sulla cima Cardinal che svetta sulla catena del Lagorai con i suoi quasi 2.500 metri d’altezza. Quello scelto era il percorso classico. E quindi avevano lasciato il rifugio Cauriol per raggiungere la malga Sadòle e poi su fino in cima. Per il ritorno il programma prevedeva di seguire il versante che si affaccia su Canal San Bovo. Un percorso che non è difficile e non nasconde insidie. Il sole aveva accompagnato tutta la camminata. Il gruppo è affiatato, si cammina bene insieme. Ma la tragedia aveva deciso di prendere le forme di un sasso. Un piccolo sasso che ha tradito Roberto Melini e che lo ha fatto precipitare per oltre 250 metri. Lui, Melini, le montagne le conosceva bene. Le frequentava da sempre e era stato anche sul Cervino e sul monte Bianco. Chi lo conosceva lo descrive come una persona attenta e preparata, ma nulla ha potuto contro quel sasso che si è messo fatalmente sul suo cammino.

Dopo l’intervento del medico e la constatazione del decesso e l’autorizzazione da parte della magistratura, la salma è stata recuperata con una delicata operazione con il verricello da parte dell'elisoccorso e trasportata a Caoria dove l’attendevano i vigili del fuoco di Canal San Bovo e il carro funebre. Due volontari della stazione del soccorso alpino, dopo aver aiutato nelle fasi di recupero hanno accompagnato al rifugio Cauriol i due compagni dello sfortunato escursionista.

In poche ore la notizia è arrivata a Trento dove Melini (originario di La Spezia) viveva da tempo in corso Buonarroti lasciando tutti quelli che lo conoscevano senza parole davanti ad una simile tragedia. Oggi dovrebbero essere fissati i funerali.

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