Sciatori come sardine, Fugatti furioso: «Chiudo gli impianti»
Turismo. Molte segnalazioni di affollamento alla base delle piste. Il presidente ha chiamato il Commissario del Governo Lombardi: ha chiesto l’intervento dei carabinieri per sorvegliare sull’applicazione delle misure di prevenzione per combattere la diffusione del virus
Trento. Il coronavirus non ferma gli sciatori. Come previsto dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti, la chiusura delle scuole e il bel tempo hanno spinto molti amanti della neve a invadere le piste del Trentino, con conseguente affollamento degli impianti di risalita. È stato un vero e proprio boom quasi dappertutto, con sciatori italiani, quelli del week end, che hanno sostituito gli stranieri che hanno disdetto in questi giorni. Però in alcuni casi non sono state rispettate le norme sull’affollamento, tanto da far arrabbiare il presidente Maurizio Fugatti che in serata ha chiamato il commissario del governo Sandro Lombardi chiedendogli di far intervenire i carabinieri: se le norme sul metro di distanza tra le persone in coda per salire sugli impianti non saranno rispettate scatterà la chiusura.
Le code sono state molto lunghe in quasi tutte le località turistiche della montagna trentina. E molti hanno segnalato il mancato rispetto delle raccomandazioni emanate dalla Provincia per prevenire il formarsi di capannelli di sciatori a distanza ravvicinata, con il conseguente rischio di contagio nel caso qualcuno fosse positivo al coronavirus senza saperlo. La Provincia ha inviato all’Anef, l’associazione degli esercenti impianti a fune, una serie di raccomandazioni tra le quali c’è quella che prevede che per l’accesso alle telecabine sia imposto un percorso che preveda l’affiancamento al massimo di due persone che mantengano una posizione di almeno un metro di distanza da una persona all’altra. Previsto anche che le società funiviarie dispongano personale all’ingresso degli impianti per far rispettare questa regola. Ma già ieri su Facebook giravano foto che dimostravano l’affollamento sia davanti agli impianti di arroccamento che all’interno dellle telecabine, mentre in Veneto era stato limitato l’accesso un terzo della portata. Per questo ieri sera Fugatti, nell’ormai consueta conferenza stampa in cui traccia il bilancio quotidiano dell’andamento del coronavirus, c’è andato giù pesante minacciando la chiusura degli impianti: «Noi abbiamo contatti continui con l’Anef e ci aspettiamo che le nostre raccomandazioni siano rispettate il più possibile. Se non fosse così dovremmo prevedere decisioni diverse per la tutela della salute. Decisioni che non vorremmo prendere, ma se non si rispettano le regole, la tutela della salute avrà la meglio sulla continuità dell’attività. Ci aspettiamo un forte senso di responsabilità, diverso da quello che c’è stato nella mattinata in alcune località, non dico dappertutto, altrimenti il rischio è che accada quello che è accaduto altrove e, a quel punto, faremo in modo diverso. Abbiamo medici e infermieri in prima linea che stanno facendo un duro lavoro. I casi di coronavirus stanno aumentando e dobbiamo avere il giusto rispetto e la giusta tutela del loro lavoro. Deve esserci senso di responsabilità da parte di tutti». Un richiamo molto forte che assomiglia molto a una vigorosa tirata d’orecchi dopo che la giunta non aveva previsto limitazioni all’uso degli impianti di risalita, come avvenuto in Veneto. Un trattamento di favore che già ieri non era piaciuto per nulla all’onorevole bellunese di Forza Italia Dario Bond che ha minacciato interrogazioni in Parlamento sulla disparità di trattamento. Oltre a questo molti albergatori trentini ieri hanno manifestato più di un timore per gli affollamenti di turisti che potenzialmente potrebbero aumentare il contagio arrivando anche a mettere in pericolo la stessa attività alberghiera.
Intanto gli impiantisti e gli albergatori ieri hanno tirato un sospiro di sollievo per l’arrivo di molti turisti. Andrea Weiss direttore dell’Apt della val di Fassa spiega che gli arrivi non hanno comunque compensato le disdette degli stranieri: «È vero che c’è gente, ma i clienti esteri che hanno disdetto sono molti di più. Poi qui ci sono anche molte seconde case e penso che molti italiani venuti in questi giorni abitino in casa. La situazione è molto complicata». Valeria Ghezzi , presidente dell’Anef e titolare della Funivie Tognola di San Martino, conferma la buona giornata: «C’era molta gente oggi. Noi abbiamo applicato alla lettera le raccomandazioni della Provincia e le norme nazionali. Le nostre cabine hanno 15 posti e noi abbiamo fatto entrare al massimo 8 o 10 persone, facendoli passare da percorsi all’aperto e tenendo sempre i finestrini aperti per assicurare la massima areazione»
Bruno Felicetti, responsabile marketing della Funivie di Campiglio spiega che l’afflusso è stato buono, ma aggiunge che la società si è affidata anche al buon senso degli sciatori: «Noi abbiamo affisso a tutte le partenze i cartelli con le regole e le raccomandazioni fondamentali e ci aspettiamo un comportamento adeguato. Oggi è andata bene, ma comunque abbiamo avuto un calo del 30 o del 40% rispetto a un sabato di marzo dell’anno scorso. Le nostre società mandano avanti il turismo. Se ci fermiamo noi, si fermano gli alberghi, i negozi e le altre attività e le persone rischiano il lavoro». Daniele Dezulian, vicepresidente delle Funivie Sitc della val di Fassa aggiunge: «Abbiamo avuto gente, ma soprattutto per il week end. Noi abbiamo fatto rispettare la distanza di un metro in coda e poi all’interno delle cabine abbiamo tenuto sempre i finestrini aperti con la pulizia delle cabine, ma senza restrizioni particolari sulla portata». Stessa cosa in Paganella, come spiega Michele Viola, presidente dell’Apt: «Ho l’impressione che molti sciatori siano stati trentini o comunque provenissero da zone vicine, mentre gli stranieri sono scomparsi. Per gli impianti comunque abbiamo seguito le norme provinciali e nazionali». Fulvio Rigotti, amministratore delegato delle Funivie del Bondone, invece, è molto contento: «È stato un ottimo sabato. Abbiamo avuto 2700 sciatori. Noi non abbiamo cabine, quindi è più facile, ma facciamo attenzione alle code». Patrizia Ballardini, amministratrice delegata della Funivie di Folgarida spiega che è stato un buon sabato, anche se la rinuncia degli stranieri e lo stop alle gite scolastiche hanno ridotto le presenze e sulle regole antiaffollamento spiega: «Noi abbiamo applicato tutte le raccomandazioni e le code comunque non erano molto lunghe».