Schützen: arriva il gruppo noneso
A breve la costituzione della compagnia dopo l'affollato incontro a Sanzeno
SANZENO. Nell'epoca delle identità destrutturate c'è chi guarda con nostalgia al passato per disegnare attorno a sè i nuovi (vecchi?) confini culturali. In valle di Non tra pochi mesi potrebbe nascere la ventiduesima Schützenkompanie del Trentino. Che ci sia fame di cappelli piumati, lo dimostra la straordinaria partecipazione all'incontro organizzato qualche tempo fa a Palazzo Gentili, a Sanzeno. «Avevo paura di ritrovarmi con quattro gatti», ammette Donatella Sembianti, di Vervò, una delle organizzatrici della serata oltre che sostenitrice convinta del progetto Schützen in val di Non. Invece in quella sala si sono ritrovati in 150, di fronte a don Fortunato Turrini, guida spirituale della Federazione trentina, al comandante Paolo Dalprà, all'assessore provinciale alla cultura Franco Panizza e ad Alberto Sommadossi.
Chiaro il titolo dell'evento: «Perchè gli Schützen in val di Non». Donatella Sembianti e Danilo Pozzatti (che con Marco Bertagnolli e Mauro Agosti formano il gruppo attorno al quale sta lievitando il progetto) fanno già parte della compagnia di Vezzano. E non è un caso. Nel centro della valle dei Laghi, infatti, è stata scritta la tragica storia di Marco Pozzati, Schütze di Bresimo che il 21 aprile 1809 partecipò alla battaglia di Vezzano contro le truppe napoleoniche che avanzavano verso Trento. Pozzati fu l'unico a perdere la vita tra i tiratori scelti: la sua storia è raccontata anche nel libro «Viva la libertà, Moja il re di Baviera», scritto dal giornalista solandro Alberto Mosca.
Da tre anni la morte di Pozzati viene ricordata con una cerimonia a Bresimo, una ricorrenza che, evidentemente, ha risvegliato antichi sentimenti nei cuori di molti nonesi. «Il nostro è un discorso prevalentemente culturale e storico - spiega ancora Donatella Sembianti - ed è nostra intenzione proseguire con le serate di approfondimento già in autunno: prima di costituire una compagnia bisogna conoscere molto bene la storia delle nostre radici». Donatella Sembianti ci tiene a sottolineare che la compagnia sarà di riferimento per tutta la valle: «In passato la ricostituzione degli Schützen è stata ostacolata proprio dalle beghe di campanile, dalla volontà di portare la sede in questo o quel comune». Il comandante della Federazione, Paolo Dalprà, guarda con attenzione e soddisfazione all'interesse che si muove attorno agli Schützen in val di Non: «Prima dell'avvento del fascismo c'erano venti compagnie», spiega Dalprà.
Il quale aggiunge che preferirebbe la nascita di più gruppi che non di un unico per tutta la valle: «Questo perchè la vicinanza tra Schützen favorisce anche i valori del volontariato - spiega Dalprà - detto questo però, in val di Non seguiranno la strada che più ritengono opportuna». Talvolta i cappelli piumati si portano dietro una scia di polemiche, soprattutto per i contributi pubblici per l'acqsuito delle costosissime divise: «I soldi fanno comodo, ma uno Schütze convinto non si pone questo problema: la nostra partecipazione si basa - conclude - su ideali convinti e condivisi».
LE DIVISE. Le divise degli Schützen sono molto costose: 1.600 euro quella maschile, 2.000 euro quella femminile. Ogni compagnia ha una divisa caratteristica, che viene studiata da un apposito gruppo di lavoro. Gli Schützen in Trentino sono 470, le compagnie diventeranno presto 21.